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Nove medaglie olimpiche: un oro, cinque argenti, tre bronzi. Questo il bottino conquistato da Andrea Pellegrini durante le sei partecipazioni alle Paraolimpiadi in varie discipline sportive. Oggi Pellegrini è il settimo al mondo nella competizione della scherma specialità sciabola, ma nel corso degli anni ha fatto parte anche della nazionale di basket ed ha partecipato alle Olimpiadi anche con la rappresentativa del Basket in Carrozzina.
Ho immediatamente sposato il progetto Reggio Calabria Basket in Carrozzina – esordisce Pellegrini – perché ho un rapporto speciale con il dirigente Luigi Casile. Subito dopo la debacle dello scorso anno con la vecchia società che ha tagliato il reparto del Basket in Carrozzina, mi ha rassicurato sulla nascita di un nuovo progetto. Casile mi ha detto testualmente: ‘Andrea tu sei mio, non puoi andare da nessuna parte’. A scatola chiusa gli ho immediatamente stretto la mano e per me questo gesto vale più un contratto depositato in lega.
A proposito della passata stagione alla Viola, cosa è successo?
Non so cosa sia successo e non voglio entrare in merito a determinate dinamiche societarie. Il nostro unico obiettivo è portare la gente ad amare il basket in carrozzina, a divertirsi, portare il pubblico al Palazzetto e fare appassionare tutti quelli che ci seguono. Nello sport si vince e si perde, ma far divertire il pubblico è la cosa più difficile, quando si riesce a farlo la società cresce e arriva a levarsi gradi soddisfazioni.
Tornando alla Reggio Calabria BIC, qual è l’obiettivo?
L’unica cosa che ho chiesto a Casile e alla nuova società è di costruire una squadra che possa puntare in alto, ogni qualvolta scendo in campo ci metto la faccia, mi voglio divertire e voglio vincere. Ho ricevuto diverse offerte da società di serie A, ma tra lavoro e la scherma, non potevo sostenere questo impegno. La società BIC ha grandi ambizioni e quanto si è parlato di organico, ho immediatamente chiamato Stefano Rossetti per coinvolgerlo nel progetto. Il nostro è un ottimo roster, Stefano Rossetti è un peso massimo per questa squadra, bisogna però avere la “panchina lunga” perché in campionato puoi commettere qualche errore, ma nelle fasi finali al minimo passo falso ti mandano a casa.
Che emozioni si provano a partecipare alle olimpiadi?
E’ sempre un’emozione particolare, le Olimpiadi sono il top dello sport. Arrivare a partecipare a questa competizione penso sia il sogno di tutti, poi vincere una medaglia è l’apice che ogni sportivo vorrebbe raggiungere.
Come ti trovi a Reggio Calabria? Benissimo, una città fantastica. Mi dispiace non esserci stato per la presentazione ufficiale della squadra, ma ero impegnato con gli altri azzurri a Rio de Jaineiro. Non vedo l’ora di riabbracciare tutti.
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