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La delibera dei Commissari con la quale si stabiliscono le modalità di affidamento e le tariffe per l’uso dell’impiantistica sportiva comunale lascia tutti basiti.
È vero che al peggio non c’è mai fine, ma i commissari prefettizi del Comune di Reggio Calabria in questo sport sono imbattibili, va dato il gradino più alto del podio per come, solo loro, possono azzerare (speriamo di salvarci) lo sport reggino per come è stato portato oggi tanto in alto.
Si fa presente che stiamo parlando dello Sport fatto dalle tante ragazze e ragazzi che accompagnati dai genitori, con vero spirito di sacrificio e disciplina, ogni settimana si allenano, corrono dietro un pallone o altro, si affaticano con il piacere di svagarsi, di impegnarsi, fare amicizia; dello sport promozionale, di base e giovanile in genere ove operano tante piccole società che non possono sopportare dei costi così alti.
Lo sport è una fetta importante e seria della vita, perché fa stare meglio, fa stare con gli altri, insegna le regole, il rispetto e tante altre belle cose che servono parecchio da grandi.
Oggi stiamo rendendo impossibile per molte Associazioni Sportive Dilettantistiche, per i loro dirigenti continuare nella loro attività importantissima a cui va sempre riconosciuta la stima di tutta la società, perché per chi conosce la storia dello sport “di base” sa bene quanto sacrificio e quanto impegno c’è dietro i successi e dietro l’organizzazione dell’attività sportiva.
Da un incontro tenutosi al Coni regionale, indetto dal Presidente Mimmo Praticò, nel mese di Luglio, si è affrontato il tema drammatico degli impianti sportivi della città, della crisi economica che affligge le società sportive, le Federazioni Nazionali e il Comune di Reggio Calabria.
Si rischia, in buona sostanza, di vedere saltare per alcune discipline sportive i campionati se non si assumono alcune responsabilità della amministrazione comunale, come nel passato, e se non si producono degli sforzi economici che riguardano i diretti interessati.
Da questo incontro, tra persone impegnate su vari fronti, emerge che se penano le discipline sportive che praticano l’attività negli impianti sportivi comunali, altrettanto avviene tra le discipline sportive con un’impiantistica privata, che da anni soffrono una disattenzione da parte del Comune nell’autorizzare gli adattamenti, spesso dovuti a misure di sicurezza, degli impianti di loro diretta gestione, per la lentezza burocratica con la quale l’amministrazione Comunale segue l’adeguamento degli stessi impianti, luogo di pratica sportiva e come tale regolato da norme CONI e delle stesse Federazioni Sportive.
L’incontro, promosso dal Coni, può essere un ottimo punto di partenza per rimettere al primo posto, nell’agenda degli interventi comunali lo Sport, con le Federazioni sportive Nazionali e le Associazioni Sportive Dilettantistiche che sul territorio svolgono attività, considerando, inoltre, che proprio quest’ultime si fanno carico degli sforzi finanziari di gestione sollevando il Comune da ostacoli economici, apparentemente insormontabili, nell’attuale crisi non facendo sforare i rigidi bilanci di spesa imposti dal Governo.
Ma ciò deve tener presente che proprio lo Sport, scritto volutamente con la S maiuscola, è l’attività che migliora la salute psicofisica dei bambini che fin dalla più tenera età hanno modo di apprendere i rudimenti delle regole di convivenza e condurre una vita sana.
Non a caso, un euro speso per lo Sport permette di risparmiarne tre in spesa medica, il che non è poco considerando i salti mortali a cui è costretto il nostro Paese per far quadrare i conti. E’ risaputo che la spesa sanitaria è una delle voci più consistenti del bilancio dello Stato e molte patologie sarebbero evitate se la popolazione praticasse maggiormente l’attività sportiva.
Dobbiamo lamentare che alcune pratiche presentate per l’adeguamento degli impianti giacciano sui tavoli della burocrazia comunale ferme, e che per risolvere questi problemi non si può prescindere dall’ascolto, dal dialogo tra tutti coloro che hanno a cuore un determinato aspetto che compone il tessuto sociale del territorio .
Il CONI, in questo momento, deve divenire una massa critica che non fa sconti ad alcuno, ma che è pronto anche a denunciare situazioni grigie che aumentano i problemi irrisolvibili di una crisi economica che non demorde, ma anche risolvere tutti problemi, legati alla gestione della sicurezza degli addetti ai lavori, degli ospiti e visitatori, della salubrità, della sicurezza delle manifestazioni sportivi e il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Bisogna invocare una “cabina di regia” per il Comune di Reggio Calabria, che possa indirizzare gli uffici comunali con una via preferenziale per chi, come noi, svolge una funzione sociale e pubblica e non mortifichi l’attività sportiva svolta nel Comune Reggino rendendola sempre meno praticabile per impedimenti di natura burocratica e per incapacità dirigenziale a far sviluppare il tessuto sociale della comunità aiutando chi con azioni meritorie porta benessere sociale, sportivo e legalitario al territorio con azioni concrete come l’attività sportiva che sia di sport più blasonati e conosciuti come di sport detti “minori” che di minore hanno ben poco portando invece rispetto e conoscenza delle regole e insegnando una disciplina che oggi sempre più deve essere ricercata tramite questo tipo di insegnamenti.
Pertanto, si invoca da subito un incontro tra il Comune di Reggio Calabria e tutti gli uffici interessati, il CONI e tutte le federazioni, le A.S.D. e il MIUR che ad oggi utilizzano impianti comunali e quelle con impiantistica privata per trovare un nuovo modo di vedere lo sport e di aiutarlo a costi “zero”.
Avv. Fabio Colella
Componente Giunta CONI Calabria
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