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È calabrese, si chiama Loredana Madeo: un nome il cui curruliculum vanta pagine e pagine di collaborazioni e formazione con grandi musicisti. Diplomatasi in canto lirico presso il Conservatorio di musica di Cosenza per poi proseguire in ulteriori studi al Conservatorio di Bologna attualmente insegna ciò che il canto rappresenta per lei la vita. Docente di musica presso la città di Carpi. Cresciuta in un ambiente familiare in cui le note erano il pane quotidiano, fu il padre, il noto Maestro e compositore Madeo, di cui parleremo in seguito, a trasmetterle ciò che sarebbe diventato il suo lavoro. E Loredana, col bel canto da soprano, i suoi gorgheggi, i virtuosismi e l’agilità della sua bellissima voce, cavalca i più prestigiosi teatri italiani da Nord a Sud nella rappresentazione delle più importanti opere liriche. Ma è nella tournée che la vede esibire da Londra a Cardiff, da Edimburgo a Glasgow nel centenario delle celebrazioni verdiniane, che raggiunge l’apice del successo.
Successo che continuerà fino in Giappone, Stati Uniti e Canada e che la vedrà in diretta mondiale televisiva a Parigi nella rappresentazione de La Traviata. Una grande artista e ci verrebbe da chiamarla “Maestro”, ma che nonostante il suo prestigioso curriculum, ci corregge affermando che con troppa facilità oggi ci si appella in questo modo. Lei afferma che il M° è un termine che deve essere usato per rivolgersi o riferirsi ai direttori d’orchestra e compositori che hanno effettuato un notevole percorso di studio. Noi oseremmo dire, per farci capire in meglio, che un avvocato non può essere chiamato notaio; ed uno che non ha studiato non può essere avvocato. Non basta imbracciare uno strumento e riceverne i riconoscimenti. Ci vogliono anni di studio e sacrifici.
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