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E’ doveroso ricordare l’ estrema importanza della mammografia nella prevenzione del cancro al seno.
Infatti rappresenta l’ indagine di base soprattutto per le donne con età superiore ai 45- 50 anni e garantisce una precisione diagnostica superiore rispetto alla palpazione del seno che invece permette solo di identificare noduli superiori ad un centimetro. Questa tecnica radiologica consente di rilevare precocemente le lesioni profonde.
La sua applicazione è limitata, solo dall’età giovanile (sotto i 40 anni),per la costituzione del seno in questa fascia d’ età in cui prevale la componente ghiandolare, il cosiddetto seno denso giovanile ed in caso di protesi mammarie additive; la prevelanze del tessuto ghiandolare impedisce una corretta valutazione degli elementi patologici e si presta bene invece per lo studio dei seni dove prevale la componente adiposa. Segni radiologici indicativi di neoplasie mammaria sono rappresentati da: micro calcificazione conseguenti a flogosi o a forme distrofiche e formazioni nodulari a margini sfumati o spiculari, con distorsioni dell’ architettura mammaria. Il mammografo proietta raggi x sulla mammella, che viene posizionata su un piano di sostegno e compressa tra i due piani.In questo modo vengono compressi sia il tessuto adiposo che ghiandolare ottenendo un‘ immagine più nitida. Non è un esame costoso , non necessita di alcuna preparazione anestesiologica o digiuno, dura poco circa dieci minuti e non provoca dolore. Vengono effettuate due valutazioni una in senso cranio caudale cioè dall’alto verso il basso e una laterale per seno.
Una diagnosi precoce è fondamentale perché permette di salvaguardare la salute della donna e l’ integrità del seno. Circa il 90 % dei casi di diagnosi precoci evolve verso la guarigione completa senza complicanze importanti nei giro di 5 anni.
Medico chirurgo – dottoressa Angela Pipari
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