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Articolo a cura della Dott.ssa Ostetrica Nancy Alati
Un tempo, la vita nell’utero materno era avvolta nel mistero. Oggi, il progresso scientifico ci ha regalato un’idea molto più chiara. Alcuni ricercatori hanno dimostrato che mentre è ancora nel pancione il bambino reagisce ai suoni, ai contatti fisici, ai cambiamenti di sapore e di luminosità. Reagisce persino alle emozioni della mamma! Queste scoperte indicano che già durante gli ultimi mesi di gravidanza il bimbo comincia a far conoscenza con il mondo esterno.
“Non puoi sentire ancora il tuo bambino, ma lui sente te…”
L’utero è un posto decisamente rumoroso, con l’eco di un’infinità di suoni che raggiungono le orecchie del feto e stimolano costantemente il suo udito. Molti di questi suoni sono prodotti proprio dal corpo materno: il fruscio del sangue che scorre nelle vene, il battito del cuore, i gas intestinali che gorgogliano nello stomaco, l’aria che riempie i polmoni e persino i singhiozzi, gli starnuti, i sospiri!
Lui sente tutto già dalle prime settimane! Il feto inizia a sviluppare l’udito dopo 15-20 settimane dal concepimento. Ovviamente, questi suoni arrivano alle orecchie del feto alterati e filtrati dal liquido amniotico contenuto nell’utero. Lui non sa cosa siano questi rumori né cosa significano: ma per lui sono stimoli preziosi e, poco a poco, impara a riconoscere tutti i suoni che lo circondano. Di tutti i rumori che il feto ascolta all’interno dell’utero quello che conquista la sua attenzione e sicuramente la voce della mamma. Ogni volta che la mamma parla, la sua voce echeggia attraverso il liquido amniotico e dà al bambino un’infinità di stimoli.
“Oggi mi sono sentito improvvisamente toccare sarà la mia mamma?”
Suoni, musica, voci… sono tanti i rumori che filtrano nel grembo materno e giocano un ruolo molto importante nello sviluppo dell’udito del piccolino, le opportunità per stimolare il senso del tatto sono davvero poche. Negli ultimi mesi di gravidanza, la lingua ha già un gran numero di terminazioni nervose perciò il neonato si mette le dita in bocca scoprendo la forma e le dimensioni delle sue mani, scopre una sensazione nuova e, allo stesso tempo, inizia a sviluppare il senso del tatto. Ma per sviluppare questo senso è prezioso anche il cordone ombelicale. Organo molto spesso, lungo e pieno di solchi, il cordone è anche flessibile, si può torcere e piegare in vari modi, il bambino lo tocca con le dita e vi si aggrappa, rappresenta un “gioco” fantastico, divertente e molto istruttivo per sviluppare il senso del tatto.
“Ehi , ma… che succede? Il mio piccolo mondo ha cambiato colore!”
Il feto passa tutta la gravidanza nel buio: non può vedere il cordone ombelicale che stringe in mano né ispezionare le proprie gambe e braccia. Però, anche se la sua vista comincia a funzionare a pieno ritmo solo dopo la nascita, già intorno alla 25° settimana le palpebre si aprono ed egli comincia a sbattere gli occhi, li richiude, sposta lo sguardo da una parte all’altra nella più completa oscurità: tutte queste attività gli permettono di “allenare” i muscoli oculari e di prepararsi ai mille stimoli visivi che riceverà nel mondo esterno. Anche se il bambino all’interno del pancione non riesce a vedere ancora nulla, già intorno alla 33° settimana è sensibile alle variazioni della luce. Gli scienziati hanno osservato che un raggio di luce molto intenso proiettato sulla pancia della madre può penetrare il rivestimento uterino e illuminare temporaneamente l’ambiente che circonda il nascituro. Il bambino rivela di aver percepito il cambiamento con un’accelerazione del battito cardiaco o attraverso un movimento di braccia e gambe. Tutte queste manifestazioni si interrompono quando il fascio di luce viene tolto. Cosa prova il feto durante questi esperimenti? Si può scoprire la sensazione del piccolo chiudendo gli occhi e coprendoli con una mano. Dietro alle palpebre è tutto buio. A questo punto si toglie la mano tenendo sempre gli occhi chiusi: si nota una variazione della luminosità che filtra dietro le palpebre e si vede o si percepisce un bagliore arancione.
Tutto questo è importantissimo. Si, perché capire meglio la vita del bimbo prima della nascita aiuta ogni mamma a rendersi conto che il piccolo non si limita ad aspettare passivamente di nascere. Al contrario mentre è nel pancione , il bimbo è attivissimo: si dà molto da fare e si prepara ad affrontare il mondo esterno.
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