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di Simona Musco*
In principio vengono i fatti, poi seguono le notizie. La notizia, però, non ci è data immediatamente dai fatti ma bisogna individuarla in essi, in quanto non ha una vita propria a prescindere, bensì va costruita. Per costruire una notizia bisogna saper decifrare i fatti e per farlo è necessario mettere all’opera il proprio punto di vista. Il mondo che noi abbiamo davanti agli occhi, infatti, non è oggettivo: ciò che noi vediamo non è il mondo in quanto tale ma l’immagine che di esso si forma in noi.
Ecco dunque che il “punto di vista” diventa l’aspetto fondamentale nel processo di costruzione di una notizia: è quel momento in cui decidiamo quale immagine del mondo vogliamo analizzare, in che modo la nostra percezione ci restituisca dei particolari degni di essere analizzati in un articolo. I fatti, inoltre, per esistere giornalisticamente devono ricevere il riconoscimento pubblico di notizia. È evidente in particolar modo nel mondo del gossip, dove storie inventate, cioè false, diventano fatti e vengono spacciate come verità degne di essere credute tali.
Per costruire una notizia, dunque, è importante raccogliere quanti più elementi possibile attorno ad un “fatto”, in modo da rendere più attenta la nostra conoscenza relativa ad esso. Per fare questo sono fondamentali l’osservazione, l’analisi, lo studio e la documentazione; tutti momenti che garantiscono la costruzione della notizia soltanto quando “il fatto” è messo a fuoco nella sua complessità, in quanto se non viene decifrato con esperienza e preparazione, di per sé, non dice nulla. Quindi più che il fatto in sé e per sé è importante il rapporto che si instaura tra esso e il giornalista nel corso della sua analisi. In un discorso pubblico, ad esempio, il fatto può esser rintracciato più nel non detto che nel discorso in sé e per sé rispetto ad un certo argomento che preme all’opinione pubblica. Il dato taciuto diventa, così, esistente, è questo il senso in cui il cronista costruisce la notizia durante la valutazione del fatto.
Ecco che, allora, il “punto di vista” non costituisce l’interesse particolare del cronista, ma il suo metodo di conoscere la vita e di scrivere su di un giornale. Le “fonti” a cui il giornalista deve dunque rifarsi sono, principalmente, gli occhi e la testa. Gli occhi consentono di valutare, capire cose, uomini e contesti, mentre la testa non solo consente di controllare la notizia ma anche di valutarla criticamente, evitando di scadere nella disinformazione.
Disinformazione e informazione, spesso, sono separate da un confine sottile. E questo confine rimarrà solido solo se il giornalista, nell’atto di analizzare la verità, manterrà occhi e testa vigili, onde evitare di individuare nei fatti elementi che trasformerebbero di per sé la realtà, producendo una falsa informazione, ovvero gossip. L’arma del gossip, inserita nella varie, diverse e complicate sezioni della convivenza civile e nella sfera personale di ogni singola persona, può creare vere e proprie bombe mediatiche, dai cui effetti devastanti nessuno potrà sfuggire. Tutti si sentiranno abilitati a scagliare la prima pietra perché il gossip, una volta lanciato, fa terra bruciata intorno a sé.
*Allieva Corso comunicazione giornalistica Adap
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