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Abbiamo già parlato dell’andropausa, quel fenomeno fisiologico cui va incontro l’uomo con l’avanzare dell’età e nel quale la situazione ormonale tende a variare con un calo del testosterone e un aumento degli ormoni estrogeni, ormoni tipicamente femminili ma prodotti anche dall’uomo.
Articolo del dottore Andrea Militello.
Migliore terapia per l’andropausa
La ridotta attività e presenza del testosterone è chiaramente causa di quegli effetti clinici che il paziente riferisce:
- stanchezza psicofisica
- disturbi del sonno
- cambiamento dell’umore
- calo del desiderio sessuale
- problemi di erezione.
Il primo compito della andrologo è quello di far effettuare al paziente un prelievo di sangue per lo studio dell’asse ormonale; nel caso ci sia effettivamente un calo di testosterone, che le linee guida attuali ci indicano come basso quando al di sotto di 3.5 nanogrammi millilitro, (anche se su questo c’è forse da discutere perché ogni persona ha un proprio testosterone e quindi l’uomo abituato a stare bene con testosterone di valore 8 risentirà della sua riduzione anche con un testosterone di livello 5 che le linee guida però ci indicano come normale), in ogni caso sarà compito della andrologo iniziare a proporre una terapia di sostegno per questo situazione ormonale.
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Cosa fare?
Ci sono essenzialmente due possibilità: tentare di far produrre maggiormente dal nostro testicolo il testosterone stimolando le cellule del leydig, delle cellule appunto deputate alla produzione di testosterone, con molecole chiamate SERM o con gonadotropine, che hanno il compito di provare a spingere il testicolo a migliorare la sua produttività.
Un’altra soluzione più diretta e spesso richiesta dal paziente è quella della così detta TRT terapia di rimpiazzo del testosterone, molto utilizzata negli States dove l’uomo spesso inizia intorno ai 50 anni la TRT quasi in automatico basandosi appunto sul rimpiazzo del testosterone mancante.
Oggigiorno abbiamo varie formulazioni che permettono il suo utilizzo: dal gel che deve essere spalmato sulla cute, chiaramente ogni giorno, alle compresse sublinguali di ormone bioidentico, una soluzione molto interessante che sta sempre più prendendo piede fortunatamente anche in Italia, fino alle iniezioni di testosterone che devono essere somministrate all’incirca una volta ogni tre settimane.
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I controlli
Sarà chiaramente obbligatorio seguire il paziente trimestralmente facendo fare gli ematici di controllo più importanti, anche perché il testosterone pur portando grossi benefici può avere anche degli effetti collaterali quali ad esempio l’aumento dell’ematocrito ossia la densità del sangue e anche degli acidi grassi e del colesterolo nonché aumentare i livelli di ipertensione, eventualmente già presente.
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Una terapia sostitutiva quindi molto utile per il benessere psicofisico il paziente che sarà sicuramente riconoscente per la terapia che gli abbiamo prescritto ma compito del medico costringere il paziente stesso a controlli trimestrali con analisi e valutazione dello stato di salute, solamente in questo modo la terapia porterà essenzialmente benefici.
È chiaro che testosterone come altri ormoni non deve essere prescritto o somministrato nel caso vi sia presente un tumore, che chiaramente gioverebbe dello stimolo anabolico di questa sostanza
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