Dedichiamo tempo ad ascoltare i bambini

bambini

Questo post é stato letto 20370 volte!

Il consiglio dell’ostetrica: ascoltiamo i bambini

Possiamo insegnare loro solo se impariamo ad ascoltarli, per conoscerne il mondo, anche quello interiore delle emozioni.

Prendiamoci del tempo per conoscerci.

DEDICHIAMO TEMPO A PARLARE CON LORO

Parlare con i bambini e non solo dei bambini è fondamentale per creare una relazione che, a questa età, è indispensabile che sia prima di tutto affettiva e poi educativa.

Prendiamoci del tempo per essere in sintonia insieme.

DEDICHIAMO TEMPO AL RISPETTO DI TUTTI

Ogni bambino ha il suo tempo e i suoi ritmi, per camminare, parlare, diventare autonomo, relazionarsi con gli altri, imparare, crescere. Prendiamoci del tempo per rispettare i tempi individuali.

DEDICHIAMO TEMPO A GIOCARE è il modo in cui i cuccioli di tutte le specie si esprimono, comprendono e apprendono le regole, imparano a relazionarsi, capiscono il mondo.

Non solo il gioco organizzato, ma anche e soprattutto quello libero. Prendiamoci il tempo per imparare divertendoci.

DEDICHIAMO TEMPO A CAMMINARE INSIEME

Camminare con un bambino, ci porta a fare piccoli passi, passi lenti. Ci fa fermare per osservare, raccogliere, scoprire mondi nel mondo. Ci fa vivere nel qui ed ora, come solo i bambini sanno fare in modo meraviglioso. Prendiamoci il tempo per vivere qui ed ora.

DEDICHIAMO TEMPO A CRESCERE

Il nostro futuro nasce da quello che sentiamo nel presente di ogni istante.

Prendiamoci del tempo per dare tempo e spazio al nostro presente.

Durante i miei corsi ho avuto l’opportunità di apprendere quanto sia importante sostenere la motivazione, la creatività e lo sviluppo dell’identità dei bambini, avendo la capacità, al tempo stesso, di costruire percorsi flessibili ed articolati di apprendimento.

L’ho sempre considerata come una sorta di vocazione, ascoltare gli altri, soprattutto i bambini. Capirne necessità ed esigenze, aiutarli a crescere e ad imparare non può che essere una missione.

Credo fermamente che in questo lavoro sia importante mettersi in gioco. Bisogna mantenere però la giusta distanza per poter permettere al bambino la piena libertà nelle attività proposte all’interno della vaschetta.

L’acqua è flessibilità, capacità di adattamento

Il bambino ha una naturale propensione all’acqua, infatti, basti pensare che rimane per nove mesi nel sacco amniotico della mamma. Qui viene cullato, tenuto al caldo, avvolto.

Importante per un istruttore è l’essere flessibile. Bisogna comprendere che il neonato ha un vissuto ed è fondamentale agire nel giusto modo per stimolarlo creando un ambiente adatto a lui come per ogni altro bambino.

Ruolo fondamentale all’interno della vaschetta è il genitore che trasmette tutte le sue emozioni al figlio. Importante è cercare di far recepire al neonato un senso di sicurezza. Questo può essere effettuato, stringendolo a sé così da potergli far sentire la presenza protettiva dell’accompagnatore.

Tutto ciò che viene effettuato è per mano del genitore, dall’entrata vera e propria in vasca, alle eventuali immersioni, alle altre attività fino all’uscita.

Tuttavia ci sono dei fattori che possono condizionare la serenità del neonato, a partire dall’ambiente sconosciuto, dalla madre”diversa” a causa della cuffia, all’affollamento con la presenza di estranei.

Anche l’elevata sonorità causata anche dal rimbombo degli ampi spazi e inoltre la nudità che può mettere a disagio il bambino facendolo sentire vulnerabile.

I BAMBINI E L’AMBIENTE CHE LI CIRCONDA

Il bambino deve prendere consapevolezza dell’ambiente ed è importante, da parte dell’ accompagnatore, non obbligarlo a svolgere tutte le attività proposte. Il neonato deve essere libero, se lo si “spinge” a fare ciò che non vuole, egli si chiuderà in sé stesso e non vorrà più recepire i diversi stimoli.

Se il bambino è in una situazione di disagio il genitore può portare un gioco da casa o abituarlo, quando gli si fa il bagnetto, indossando la cuffia. Importante è lasciar toccare tutto al neonato e non ci si deve preoccupare se porta alla bocca gli oggetti perché è proprio da li che loro hanno maggiore percezione.

Dalla mia esperienza ho potuto constatare l’importanza del gioco con il quale il bimbo può sviluppare le sue potenzialità e scaricare l’emozione attraverso il sorriso e la risata.

Ci sono molti giochi attuabili in vasca ma ce n’è uno, molto semplice, che mi ha colpito particolarmente. Consiste nel lasciar libero il bambino ed attendere che raggiunga il genitore che successivamente lo abbraccerà e si complimenterà con lui.

Questo moto di separazione-accoglienza stimola nel bambino diverse emozioni e ho potuto notare lo sviluppo della fiducia e la nascita nel bambino di un senso di sicurezza durante la parte del contenimento e dell’abbraccio.

Care mamme iniziate con…

“L’accoglienza” dove il bambino sperimenta l’ambiente ed entra nell’acqua quando si sente pronto.
“L’attività” dove si cantano canzoncine e si gioca col materiale presente in vasca (es. bottigliette contenenti pasta colorata, pupazzetti, materassini, etc..) fino a portare all’apice dell’ eccitamento il bambino dove, se l’età lo consente, svolgerà delle immersioni.

Infine l’ultima fase è quella del “rilassamento” dove il genitore tiene stretto a sé il neonato, lo culla nell’acqua e lo rilassa.

L’attività che più mi ha emozionata è stata l’immersione dei neonati, perché ho potuto vedere come il bambino prenda consapevolezza dell’acqua e tutte le sue espressioni.

Le prime immersioni è bene iniziare a farle prima dei sei mesi per una questione di frequenza cardiaca del neonato ed è inoltre importante aspettare almeno tre settimane per un bambino nuovo prima della prima immersione per poterlo stimolare e renderlo più propenso all’apnea.

Leggi anche VINCERE LO STRESS IN GRAVIDANZA… USANDO I 5 SENSI

dott.ssa Nancy Alati
dott.ssa Nancy Alati

Articolo a cura della dott.ssa Ostetrica Nancy Alati

Questo post é stato letto 20370 volte!

Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *