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“Con “Catti a muntagna” ho avuto il piacere come poche volte mi è capitato, di raccontare in musica una storia vera, di un evento storicamente e realmente avvenuto.
Ho provato la gioia di uscire di casa e incontrare gente che non mi ha chiesto solamente una foto da mettere sui social, ma mi ha fatto seriamente i complimenti per come ho scritto e interpretato la canzone.
Il fascino di colpire il giusto pubblico senza ricorrere al motivetto in stile tik tok.
E anche su Facebook,Instagram, tik tok e Youtube sono e stanno ancora arrivando i giusti numeri che hanno stuzzicato quell algoritmo che oggi si smuove solo se fai qualcosa di interessante.
Io però stavolta ho scelto L’emozione, cercare di trasmettere i miei stati d’animo rispetto a questa triste tragedia passata alla storia.
È la prima volta che non mi concentro fondamentalmente sul numero, e grazie a questo mio atteggiamento ho maturato questa voglia nuova di scrivere, che sicuramente c’è sempre stata, ma si nascondeva dietro la corsa alla hit tormentone che per quanto mi possa aver fatto guadagnare dal punto di vista mediatico e anche economico, mi stava irrimediabilmente facendo diventare triste e insoddisfatto.
Qualcuno mi ha chiesto: -Ora sei più felice? Credi di lavorare di più? – .
La mia risposta: – Lavorare non vuol dire solo vendersi -.
Oggi il termine “Lavoro”, non è per tutti.
Lavorare vuol dire anche guadagnare, ma non solo. Negli anni remoti c’è stata gente che per il lavoro ha lottato e perso anche la vita.
Ci sono state e ci sono ancora persone che un lavoro lo sognano, nella nostra Italia e peggio ancora nel nostro meridione.
Quindi per me è lavoro anche quando non guadagno grandi cifre, perché un disco se una volta si chiamava “Lavoro discografico” è proprio perché per farlo bisognava lavorare, mentre oggi scelgono le grandi produzioni quello che puoi o non puoi, quello che devi o non devi cantare.
Nel mio disco che uscirà il 5 Aprile su tutte le piattaforme digitali in centinaia di paesi del mondo, non c’è nulla che qualcuno mi abbia imposto di cantare, quindi , mi sentirete cantare quello che sento nel cuore.
Lo so che molti si chiedono che ne sarà di quel che è stato.
Il passato non si rinnega mai…
Continuate a chiamarmi neomelodico che mi fa pure piacere, del resto la musica napoletana è la culla della musica europea.
Nel mio disco c’è anche lei… senza dialetto napoletano, ma in alcuni brani la percepirete sicuramente.
Il 5 Aprile esce il disco “Natu e Crisciutu ,con il secondo videoclip del quale non vi anticipo nulla.”
di Stefano Priolo
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