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Mariana Balzano non ha bisogno di presentazione: la precedono i suoi scatti. Ci parlano, ovvero, della sua costante ricerca della verità planetaria, di Dio sicuramente. Lei i ritagli di tempo che sottrae alla sua professione di fotografa, li dedica alla ricerca di emozioni forti. E’ come un contratto stipulato con le realtà universali, che la vede impegnata a rendere visibile l’invisibile: in questo caso le emozioni. Perciò le sue opere sono importanti e annoverano una vasta gamma di argomenti.
Questa volta i suoi scatti ci danno un quadro completo di ciò che trasmettono, nella loro forma più diretta, la sofferenza, il distacco, l’amore. Trattano infatti di un evento che pochi anni fa ha sconvolto il paese di Bianco (RC). L’ennesima vittima della stramaledetta 106 che, nonostante questo, riversa nella medesima condizione di sempre. Si chiamava Alessandro Luppino ed era un ragazzo stupendo, solare con il sorriso sempre sulle labbra. Un ragazzo voluto bene da tutti e che ha lasciato un ricordo bellissimo di sé. Ebbene, Mariana, attraverso l’obbiettivo è riuscita, come sempre, a dare una forma concreta e ciò che è difficile percepire a occhio nudo. E’ riuscita infatti a sottrarre all’immagine di una dei famigliari del povero Alessandro un senso di tristezza profonda, quasi rassegnata e che certamente denota un amore eterno e indissolubile.
E’incastonando all’interno di in uno sfondo in bianco e nero di un chiaro/scuro suggestivo che Mariana ricava l’espressione della tristezza come termine astratto ma non impercettibile.
Scatti che ammaliano, altamente emotivi e che certamente conferiscono la giusta importanza e considerazione alle cose tristi della vita.
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