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Francesco Marrapodi è anche uno scultore ambientalista calabrese.
I temi che emergono dalle sue opere vertono, soprattutto, sulla salute e il rispetto per il pianeta e per la natura, come nel caso della sua ultima creazione “La linfa Vitale”, esposta nel borgo antico di Sant’Agata del Bianco. Con “La morte di Poseidone” (realizzata invece qualche anno fa nella spiaggia di Bianco R.C. e inserita nella pagina Facebook di Greta Thunberg) l’autore segnala il degrado marino.
Singolare anche il mezzo busto in omaggio a Papa Francesco, lavoro a cui Famiglia Cristiana ha dedicato un’intervista e che il Santo Padre ha benedetto attraverso una lettera diretta al Marrapodi.
Ebbene, le opere di questo scultore solitario s’impastano con l’amore per la natura e, di conseguenza, con il rispetto per l’ambiente. Ciò è la riprova concreta che gli artisti di Calabria portano impresso nel cuore e nell’opera delle loro mani pure la salute del pianeta. Nelle molteplici fisionomie, attraverso cui il Marrapodi racconta la sua interpretazione dell’umanità, traspare un piglio schietto, dinamico, che spesso sorprende per la freschezza delle linee e la veridicità del modellato. Francesco, pur vivendo fuori dalle teoriche vie che facilitano il successo, non si è scoraggiato, ma, armato di scalpello, pennelli, spatola e tanta volontà, ha seguito esternando, attraverso le sue opere, la sua preoccupazione nei confronti degli abusi che noi umani quotidianamente commettiamo a danno della natura.
Opere fuse in un ordine capace di strappare al materiale inerte con cui l’artista opera una vitalità e una eleganza espressiva da renderle originali messaggeri di un’arte senza limiti e senza tempo.
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