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Differenze e le Caratteristiche distintive tra questi due agrumi
Nel vasto mondo degli agrumi, spesso può sembrare che mandarini e clementine siano la stessa cosa a una rapida occhiata. Tuttavia, c’è molto di più dietro queste due deliziosi frutti.
Sono simili solo superficialmente ma, in realtà, presentano differenze sostanziali che vale la pena esplorare per apprezzarne appieno le peculiarità di ognuno.
Storia e Origini Distinte
I mandarini, appartenenti alla triade originaria del genere Citrus insieme al cedro e al pomelo, secondo gli storici, hanno origini che risalgono a oltre tremila anni fa in Asia. Si tratta di frutti antichi, considerati i precursori da cui derivano, nel corso del tempo, numerosi incroci, tra cui le clementine.
Le clementine, parte della famiglia delle Rutaceae, sono in realtà un ibrido più recente, frutto dell’unione tra il mandarino e l’arancio amaro. Le clementine sono emerse nel panorama agrumicolo intorno al 1900 e hanno guadagnato popolarità, soprattutto nell’area del Mediterraneo, circa quarant’anni dopo, grazie anche all’influenza del religioso fratello Marie-Clément.
Variegata Classificazione e Caratteristiche
Sebbene il mandarino sia generalmente considerato uno, esistono numerose varietà, tutte anch’esse ibride, simili alle clementine. Tra queste vi sono il satsuma, derivante dall’omonima ex provincia giapponese e frutto dell’incrocio tra mandarino e pomelo, il tangerino, risultato dall’unione tra mandarino e arancio (negli Stati Uniti è classificato come un mandarancio), l’avana, con o senza semi, e il tardivo di Ciaculli, un presidio Slow Food.
Mentre classificare le diverse varietà di mandarini può essere complicato, identificare le clementine risulta relativamente più semplice: solitamente sono quelle prive di semi, sebbene esistano comunque alcune varietà differenti tra loro.
Assenza di Semi e Altre Distinzioni
Le clementine sono frutti apireni, cioè privi di semi, grazie all’apirenìa che caratterizza la loro struttura. Questa caratteristica, dovuta a fattori sia esterni che ereditari, si traduce nell’assenza totale o quasi di semi all’interno dei singoli spicchi. Ciò è una delle peculiarità principali che contraddistinguono le clementine, sebbene occasionalmente possano presentare qualche seme.
Oltre alla differenza nell’assenza di semi, la forma dei mandarini è generalmente più schiacciata e appiattita rispetto alla rotondità delle clementine. Anche il colore della buccia e della polpa offre un’ulteriore distinzione: mentre i mandarini tendono a virare al giallo, le clementine mantengono una tonalità più aranciata.
Sensi Coinvolgono le Differenze
Schiacciando o grattando la buccia di entrambi gli agrumi, è possibile percepire immediatamente la differenza: nei mandarini la buccia appare più sottile e liscia, mentre nelle clementine è più spessa e resistente. Anche dal punto di vista olfattivo, la buccia si distingue: l’aroma pungente e profumato dei mandarini li rende perfetti per la preparazione di liquori e marmellate.
Al contrario, le clementine risultano meno aromatiche ma più dolci, grazie all’ibridazione con l’arancio amaro. Questa dolcezza le rende particolarmente amate per il consumo fresco.
In Conclusione
Le differenze tra mandarini e clementine vanno oltre l’aspetto esteriore, riflettendo le loro storie, composizioni e caratteristiche. I mandarini, frutti antichi, sono stati la base per la creazione delle clementine, un ibrido più recente tra mandarini e arancio amaro. Le varietà di entrambi gli agrumi differiscono notevolmente, così come la presenza o assenza di semi. Forma, colore e consistenza della buccia e della polpa offrono ulteriori chiavi di distinzione tra questi frutti, rendendoli unici e apprezzati ognuno per le sue specifiche caratteristiche.
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