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di Giuseppe Toscano
Le chiedo scusa dottor Di Landro per la barbarie che le è stata usata. Chiedo scusa a Lei ed ha tutta la sua cara famiglia. Le chiedo scusa come reggino offeso, come persona indignata per il vergognoso attentato da Lei subito. Ogni misura è stata superata. Ogni limite oltrepassato. Quanto accaduto l’altra notte è vergognoso. Incredibile. Insopportabile. La reazione di condanna dovrebbe essere corale, unanime, non di facciata. Nessuno dovrebbe restare indifferente ma urlare la propria rabbia.
Mi piacerebbe stringerle la mano, farle sentire il calore mio personale e di tutta la gente onesta che, in un momento così delicato, grida con forza il proprio NO.
No alla criminalità organizzata, alla ‘ndrangheta; no alla messa in discussione di persone che, come Lei, servono umilmente lo Stato e quindi i cittadini; no alla strategia della tensione alimentata nei confronti suoi e dei suoi colleghi magistrati, no alla rassegnazione.
La nostra, sembra un paradosso ma è così, è una terra benedetta e maledetta allo stesso tempo. Benedetta perché il buon Dio ha voluto omaggiarla di infinite bellezze, di risorse naturali straordinarie; incastonandola tra mari e montagne, tra colline e declivi; maledetta perché gli uomini stessi che la abitano, o meglio una parte risicata degli uomini che la abitano, fanno di tutto per renderla inospitale, invivibile. La loro tracotanza è sempre più insopportabile.
Nel giorno forse più difficile della sua carriera vorrei esprimerle, dottor Di Landro, i sensi della mia riconoscenza. Per tutto ciò che ha fatto fino ad oggi, che sta facendo e che vorrà continuerà a fare per contrastare la malavita organizzata.
In una terra dove di soprusi se ne vedono a bizzeffe ogni giorno,, in un ambiente condizionato e stretto in una sorta di morsa micidiale dalle cosche, si avverte chiaramente un bisogno infinito, quasi struggente di giustizia. Chi come me e come tanti altri onesti padri di famiglia, fatica ad arrivare alla fine del mese, chi lavora duramente, senza risparmiarsi mai, per mandare avanti la propria famiglia, Le garantisco, guarda con ammirazione e gratitudine al suo lavoro ed a quello dei suoi colleghi. Per questo l’invito che, ne sono certo, parte dal profondo del cuore di tutti i reggini onesti e che Le viene rivolto è quello di continuare ad essere un paladino della giustizia,di essere un difensore dello Stato, un integerrimo amministratore di giustizia. Grazie, dottor Di Landro, per il suo coraggio e la sua onestà.
Cordillmente.
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