Frittole

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Piatto tipico della gastronomia calabrese, le frittole sono preparate con le parti meno nobili del maiale (orecchie, zampe, rognoni, lingua, coda, ….), bollite nel grasso che ne insaporsce il gusto. Questa ricetta ha origini nell’antica cucina calabrese che vuole che del maiale non si butti via niente. Per prima cosa bisogna tritare il grasso del maiale e metterlo in un calderone di rame stagnato (cd. caddara), posto sulle braci, e farlo sciogliere lentamente mescolando con un lungo cucchiaio di legno. Sciogliete il sale in un pò d’acqua tiepida, e versatelo quando il grasso sarà sciolto. A questo punto iniziate ad aggiungere le varie parti: orecchie, zampe, muso, rognoni, cuore, lingua, coda, stomaco e la parte inferiore delle cosce, i cd. gamboni, quindi fate bollire per circa 4 ore; dopodichè si aggiungono le cotenne e si continua la cottura per altre due ore mescolando di tanto in tanto. Infine, trascorse le due ore, si aggiungono le ossa e si porta a termine la cottura facendo bollire per altre due ore circa. Dunque, dopo una cottura di circa otto ore, le frittole saranno pronte da gustare accompagnate da un buon vino rosso e un’insalata di agrumi (limoni, arance, bergamotti) a fine pasto.                                                                                                                                                                                          Una volta esaurito il contenuto della cottura, tutto quello che rimane sul fondo del calderone, rimasugli e sugna, si solidifica e prende il nome di curcùci: questi vengono consumati successivamente in diversi modi, a volte ricucinati per lo più con le uova fritte, i fagioli o, semplicemente gustati col pane caldo.

Ingredienti:

orecchie

zampe

muso

rognoni

cuore

lingua

coda

stomaco

parte inferiore delle cosce

cotenne

ossa

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1 thought on “Frittole

  1. Procedimento quasi uguale al mio, la differenza e che io le ossa ( spalla coscia e altre maggiori) le metto le prime e quando sono cotti le levo per rimetterle mezz’ora prima di servire in tavola. . . Tutto ottimo e buon appetito

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