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Il fallimento delle istituzioni e l’incapacità di portare a compimento percorsi virtuosi tesi al miglioramento ed al rilancio della Calabria sono certificati, oggi, dall’unico collegamento ottenuto,e per più di un decennio “rincorso” dalla politica, fra Bovalino e Bagnara: lo scioglimento deirispettivi consigli comunali! ...Altro che opere pubbliche! Nel tempo record di pochi giorni, il Ministero dell’Interno collega “finalmente” Bovalino a Bagnara.
Da circa quattro anni, precisamente da quando è iniziato il mandato provinciale, ho sempre ritenuto doveroso ed utile esprimere netto dissenso alla normativa che regola gli scioglimenti dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa anche quando appariva un azzardo farlo, almeno secondo certa antimafia di facciata. Il “vortice” che negli ultimi anni ha risucchiato decine di comuni ha fatto maturare, nel tempo, una sempre maggiore presa di coscienza relativa all’inadeguatezza dellasuddetta legge. Dal 2013 in avanti, però, se ne è cominciato a parlare con una certa disinvoltura, probabilmente a seguito di uno “scollamento”, frequentemente registrato nei comuni a gestione commissariale, fra cittadini ed amministrazione comunale. Da circa un anno, addirittura, sembravaci fosse stato un ripensamento anche ai vertici dello Stato. La commissione antimafia con l’On. Bindi, infatti, giunta a Reggio C. nel dicembre 2013, si era pronunciata su una possibile quanto necessaria revisione della “legge” così come hanno fatto anche consistenti settori del parlamentounitamente a molti Prefetti in Italia. Personalmente e come gruppo politico, avevamo accolto positivamente un primo timido segnale venuto dal Ministero dell’Interno in occasione del mancato scioglimento di San Lorenzo e, successivamente, l’ottimismo, rispetto ad una imminente e profonda revisione della legge, è andato via via aumentando anche a seguito dei ricorsi vinti al Tar dai sindaci “sciolti” di Bagaladi e Isola Capo Rizzuto.
Fermo restando che ogni forma di reato vada perseguita secondo la legge, tenendo, altresì, in buon conto che la responsabilità penale è e deve rimare personale non si comprende perché uno strumento legislativo univocamente riconosciuto inadeguato e da molti addirittura indicato come dannoso, debba continuare a minare la democrazia delle varie realtà, prevalentemente (ahimè!)calabresi e reggine!
Mi chiedo inoltre se alcuni autorevoli componenti della commissione antimafia, oltre che censurare la visita dell’onorevole Del Rio al comune di Cutro, abbiano qualcosa da dire in ordine ai gravi provvedimenti che interrompono la vita democratica di alcune comunità, isolandole dal contesto civile della Regione e dell’Italia.
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