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Riceviamo e pubblichiamo:
Il presente documento ha lo scopo di rendere nota la situazione di emergenza – fin’ora totalmente ignorata dai media e trascurata dalle istituzioni – che si sta verificando in questi giorni a Villa San Giovanni. Ha altresì lo scopo di denunciare l’assoluta latitanza, indifferenza e negligenza di TUTTI GLI ORGANI preposti a gestire un’emergenza sempre più drammatica.
La stazione ferroviaria di Villa San Giovanni è diventata negli ultimi giorni uno snodo cruciale per il flusso di migranti nordafricani che, arrivando a Lampedusa e transitando per la Sicilia, sbarcano sul continente per raggiungere il nord Italia o l’Europa.
Quello che contraddistingue la migrazione di questi enormi e continui flussi di persone è l’abbandono e la carenza di mezzi di assistenza: si tratta di persone, spesso molto giovani, completamente spaesate, lasciate a se stesse, prive di informazioni, senza risorse economiche né sostegno di alcun genere, povera gente mandata allo sbaraglio, reduce da odissee senza fine, in condizioni psico-fisiche che raccontano tutta la drammaticità di questi viaggi della speranza e delle esperienze spesso tragiche vissute; spediti alla stregua di sgraditi pacchi postali da una provincia all’altra, da una regione all’altra, solo per “toglierli di torno” e lavarsene le mani, in un circolo vizioso di “scarica barile” che pare essere considerato l’unica via per risolvere il problema.
Ad affrontare questa emergenza, solo la tempestività del volontariato che – pur con tutti i suoi limiti – ha fatto fronte alle prime necessità di questi dimenticati dal mondo: acqua, cibo, accoglienza, conforto, la dura contrattazione per farli partire con colletta o senza biglietto. Si è cercato di comprendere e soddisfare le esigenze di ognuno, creando un rapporto umano e di solidarietà vera, pur con tutte le difficoltà che la diversità di lingua e di cultura comporta, e senza dubbio agevolati dalla loro sorprendente civiltà, educazione, pazienza.
Il tutto unicamente grazie alla sensibilità e donazioni spontanee delle varie associazioni di volontariato villesi e reggine e di tanti privati cittadini, la cui solidarietà e partecipazione ha permesso di far fronte all’emergenza, con un esborso economico di circa 2.500/3.000 euro in tre giorni. Ma tale realtà è oramai insostenibile per quanti – volontari, associazioni, privati cittadini, imprese – se ne sono fatti carico fin’ora.
Il tutto, inoltre, mentre aspettiamo (speriamo non invano) di vedere accanto a noi, e soprattutto accanto a loro, CHI DI DOVERE. Si tratta, infatti, di quei migranti che sono giunti qui, legalmente e regolarmente, grazie ai permessi di soggiorno temporanei rilasciati ai sensi dell’art. 20 del Testo Unico sull’Immigrazione (Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286) con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 aprile 2011, al termine di un iter di incontri, discussioni, riunioni, conferenze, ed a seguito anche – non isolato tra tanti – dell’ACCORDO raggiunto nella Seduta Straordinaria della Conferenza Unificata del 30 marzo 2011 tra Governo, Regioni, Province Autonome ed Enti Locali.
Nell’accordo si legge, tra l’altro, che: ”sulla base della richiesta avanzata dal Governo per affrontare l’emergenza profughi attraverso uno sforzo comune e condiviso fra Governo, Regioni e Autonomie Locali e un impegno coerente di solidarietà che riguarda tutto il Paese e l’intero sistema istituzionale, di cui in primo luogo il Governo nella sua collegialità è il Garante, si condivide che (…) i profughi siano equamente distribuiti nel territorio nazionale in ciascuna regione, escluso l’Abruzzo. Tale flusso territoriale sarà definito nei prossimi giorni da una Cabina di regia nazionale, coordinata dal Governo, con le Regioni e gli enti locali ed articolata nelle diverse realtà regionali, coinvolgendo le Prefetture. (…) Le risorse finanziarie necessarie a gestire la situazione emergenziale sono totalmente a carico del Governo”.
Nella successiva Cabina di regia della Conferenza Unificata del 6 aprile 2011, il Governo, le Regioni e Province autonome e gli Enti locali hanno ribadito che “tutte le Istituzioni della Repubblica responsabilmente si impegnano ad affrontare questa emergenza umanitaria con spirito di leale collaborazione e solidarietà. Ciò impegna tutti i livelli della Repubblica ad essere coerenti e conseguenti a questa scelta politica”, ed hanno convenuto di integrare il precedente accordo dello scorso 30 marzo con sei punti, tra i quali è previsto che: – “i destinatari del permesso di soggiorno di cui all’articolo 20 che opteranno per la permanenza in Italia saranno assistiti su tutto il territorio nazionale e di ciò si fa garante il Governo; – il piano per l’accoglienza dei profughi sarà presentato entro 10 giorni attraverso il sistema di protezione civile nazionale, deve prevedere step di attuazione per singola Regione, tenendo conto delle assegnazioni già realizzate, mantenendo così in ogni fase l’equa distribuzione sul territorio nazionale.
Tale piano dovrà prevedere anche l’assistenza per gli immigrati a cui è riconosciuto l’articolo 20 per coloro che decidessero di rimanere in Italia. A tal fine è ripristinato il tavolo presso il Dipartimento nazionale della Protezione civile con il sistema della Protezione civile regionale, integrato dai rappresentanti di Anci e Upi e Regioni; – deve essere assicurato un finanziamento adeguato e capiente per sostenere l’emergenza al Fondo presso il Dipartimento nazionale di Protezione civile che sarà utilizzato per finanziare le attività su tutto il territorio nazionale del sistema di protezione civile. Ciò va attivato attraverso apposita ordinanza di protezione civile”.
Sembrava che finalmente la situazione si sarebbe evoluta in senso positivo, con Lampedusa svuotata ed il Governo osannato dagli isolani, o almeno così è stato su giornali e tg nazionali…. Anche il Presidente della Repubblica, nell’esprimere il suo vivo apprezzamento per la collaborazione data e gli impegni responsabilmente assunti dai rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali, ha auspicato che “il segnale di coesione di tutte le componenti istituzionali offerto con l’intesa sottoscritta a Palazzo Chigi si confermi e si consolidi attraverso comportamenti coerenti e solidali sia sul piano nazionale sia, dovunque, al livello regionale e al livello locale”.
Ma nulla di tutto ciò risulta essere stato messo in pratica: TUTTI gli attori di questo dramma umanitario sono rimasti fin’ora completamente assenti ed inerti, indifferenti ad ogni esigenza non solo umana, ma anche di tipo istituzionale, di convivenza civile, di ordine pubblico, di mantenimento dello stato legale e sociale….
Ed allora, ci chiediamo, dove sono le Istituzioni, dove sono le promesse, gli impegni, le assunzioni di responsabilità, il rispetto e l’applicazione delle leggi dello Stato?
Attendiamo con ansia una risposta, e ribadiamo la necessità di un intervento urgente che, a costante presidio dell’emergenza, dia un concreto segnale di capacità politica, governativa, di gestione dello Stato e della cosa pubblica, nonché – non ultimo – di umanità e di assistenza nei confronti dei nostri fratelli migranti.
Rimane ferma la determinazione e l’impegno a vigilare affinchè chi ha il DOVERE di intervenire lo faccia in modo adeguato e tempestivo.
Parafrasando il messaggio di chi, più di ogni Istituzione, ha lasciato un segno indelebile nel cuore di quest’Italia che lotta dal basso, che lotta nel silenzio, vi inoltriamo a gran voce un invito ed un monito: DIVENTATE UMANI…
CO.S.MI. (Comitato Solidarietà Migranti)
costituito da volontari, associazioni e privati cittadini
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