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Riceviamo e pubblichiamo:
La verità, in merito alla prima apertura del centro commerciale “La Perla dello Stretto”, a conoscenza dei pochi “intimi” addetti ai lavori, è uscita allo scoperto soltanto recentemente mostrando a tutti gli artifizi posti in essere per forzare un’apertura che altrimenti non sarebbe mai avvenuta.
Quello che ad oggi stiamo perseguendo è un obiettivo che guarda alla collettività, ovvero, evitare che si ripeta un passato indegno fatto di chiusure e fallimenti.
Siamo all’assurdo, quello che si sta verificando, negli ultimi mesi, attorno alla vicenda “Perla dello Stretto” è vergognoso! Siamo di fronte a forzature di ogni genere, persino a pensare di diffidare il comune che, in questa vicenda, è certamente parte lesa, come del resto lo sono tutti gli esercenti delle attività commerciali che in passato sono stati costretti a chiudere le attività e che soltanto oggi vengono a conoscenza dell’illegittima prima apertura del centro commerciale con il rilascio della licenza d’esercizio ottenuta illegittimamente con la falsa dichiarazione espressa in conferenza dei servizi, dell’esistenza di un piano urbanistico commerciale a Villa San Giovanni che mancava, e manca a tutt’oggi.
Insomma, una illegalità diffusa stante il fatto che il primo centro commerciale non doveva essere aperto ed è noto a tutti che l’immobile non ha, a tutt’oggi, la destinazione d’uso, in quanto incompatibile con quanto disposto in proposito dal Piano regolatore generale, dal regolamento edilizio e dalle norme tecniche di attuazione in vigore a Villa San Giovanni.
Soltanto menzogne studiate a tavolino per mettere in scena l’ennesimo fallimento che, come il passato ha insegnato, finirà per pesare nuovamente sulle spalle degli esercenti delle attività commerciali sopravvissuti alla prima illegittima apertura, nonché sui cittadini ignari di tutto questo.
A tanto non eravamo mai arrivati! Invitiamo, ancora una volta, ad effettuare, nell’interesse del bene comune, gli opportuni controlli, al fine di garantire tutta la cittadinanza e tutti i commercianti villesi che chiedono solamente di poter lavorare in un regime di libertà. Se in passato sono state violate e violentate le leggi non vuol dire che si debba continuare in questa illegalità diffusa.
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