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La vicenda del Monte dei Paschi di Siena in questi ultimi giorni ha fatto molto discutere. La banca, gestita dalla Fondazione Monte dei Paschi, è guidata da 16 persone di cui 14 scelti direttamente dalla politica. Ecco perché la banca è definita “di sinistra” poiché è il PD che domina il territorio in cui risiede l’Istituto di credito.
Dal 2001 ad oggi la Banca è stata guidata da Giuseppe Mussari, avvocato calabrese di 50 anni, che qualche giorno fa si è dimesso per i debiti emersi al Monte dei Paschi.
Per far riferimento ai motivi dello scandalo bisogna partire dai fatti accaduti a partire dal 2000 ad oggi.
Agli inizi del 2000 il Monte dei Paschi tentò di fondersi sia con il San Paolo sia con l’Unicredit ma la fusione non andò a buon fine.
Nel 2007, capitò l’occasione di Banca Antonveneta, di proprietà prima di Abn Amro e poi finita alla spagnola Santander, che fu comprata da Mussari per 9 miliardi di euro mentre era stata valutata appena 6 miliardi.
Questo acquisto portò subito dei problemi di liquidità, in quanto, il Monte Paschi, non era una banca così ricca da permettersi un esborso del genere.
Oggi, per salvarsi, il Monte Paschi si è fatto prestare 3,9 miliardi di euro dallo Stato che corrisponde proprio alla cifra incassata dal Governo dall’imposta IMU.
Cosa pensare dunque? Gli italiani hanno pagato tale imposta per salvare la banca del PD o per risolvere gli attuali problemi che affliggono l’Italia?
Non sarebbe stato meglio destinare questi soldi per cercare di risolvere il problema della disoccupazione che ha raggiunto livelli elevati?
I politici continuano a bacchettarsi attribuendo colpe gli uni agli altri, navigando nel lusso, mentre le famiglie italiane vivono una situazione economica insostenibile.
Se non ci fossero state le elezioni imminenti, lo scandalo sarebbe comunque saltato fuori o sarebbe stato insabbiato all’insaputa degli onesti italiani che pagano le tasse?
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