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La vicenda del mancato completamento della “Variante Ferroviaria di Cannitello”, trattata nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, se da un lato ha consegnato alla storia della città un manufatto inutile che sfregia il territorio, dall’altra ha rivelato l’inadeguatezza di una classe politica presuntuosa e autoreferenziale, dall’una e dall’altra parte, che ha sempre anteposto gli interessi dei propri clan politici a quelli della città.
E non è stato uno spettacolo edificante assistere al rimpallo di responsabilità, ad un gioco delle parti appositamente cadenzato nell’imminenza della tornata elettorale, senza che alcuno avesse il coraggio di assumersi la responsabilità di un danno provocato dall’intempestività e dalla miopia che ha consentito spregiudicate iniziative speculative che lasciano al territorio una ferita tuttora sanguinante.
Responsabilità che appartengono certamente alla maggioranza guidata da La Valle, le cui colpe sono attestate da atti e documentazioni ufficiali e inconfutabili ma che investono in pieno anche il gruppo del Partito Democratico, rimasto in questi anni spettatore inerme dei saccheggi operati su un territorio sacrificato sull’altare di un’opera “promessa”, sebbene economicamente improbabile e tecnicamente impossibile.
Tuttavia, ora che, finalmente, il Consiglio Comunale ha delineato, su questa grave vicenda, il quadro delle responsabilità, sarebbe biasimevole che i responsabili dello scempio si rivolgessero alla città alla ricerca di un consenso elettorale il cui fine è solo quello di consolidare quelle consorterie politiche su cui gravano errori indicibilmente vergognosi contro la città.
Casomai la questione va ribaltata: lo scempio compiuto ai danni del territorio rappresenta una violazione grave contro l’intero Paese, che vede violato un valore Costituzionale vitale come quello della tutela del patrimonio paesaggistico, storico e culturale.
A questa violazione il Governo, quello del Presidente del Consiglio Renzi e del Ministro delle infrastrutture Lupi, deve dare una risposta formale e rapidissima, per evitare che questa Comunità, cui è stato sospeso e negato il diritto a godere dei beni paesaggistici naturali ma, anche, quello di poter disegnare uno sviluppo turistico del territorio, decida di autosospendersi dal diritto di voto fino al completo ristoro delle ferite inferte al territorio.
E’ una battaglia, questa, non per l’astensione fine a se stessa ma per difendere il diritto all’integrità territoriale, all’autodeterminazione, allo sviluppo, al futuro delle prossime generazioni che scelte scellerate hanno messo a rischio.
Ecco, in questo senso, l’intero quadro politico attuale, prima di congedarsi definitivamente dalla città, dovrebbe sentire il dovere di impegnarsi, sino in fondo, per sostenere la propria parte politica solo ove impegni formali, da parte del Governo, rassicurino che anche in questo lembo di patria abbia effettività il principio di eguaglianza di tutti i cittadini.
Il Portavoce di “Benvenuti al Sud”
Rocco Caridi
Il Consigliere Comunale
Massimo Morgante
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