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Mentre la situazione della scuola in Calabria è quasi disperata e sull’orlo del collasso, l’assessore all’Istruzione della Calabria, prof. Caligiuri, non trova niente di meglio da proporre che nuovi progetti; questa volta tocca a quello per “le Minoranze linguistiche, per la difesa della lingua e i festival folkloristici”.
In una scuola ottimale senza alcuna criticità sarebbe anche auspicabile potersi dedicare a temi come quello delle minoranze linguistiche (anche se non attraverso i famigerati progetti, la cui inutilità abbiamo più volte documentato); ma troviamo paradossale proporlo all’indomani di rivoluzioni come quelle messe in cantiere nella nostra regione, che stanno affossando, forse definitivamente, la scuola pubblica.
I nuovi dimensionamenti stanno, infatti, producendo (come aveva facilmente previsto la USB Scuola Calabria) tagli al personale docente e al personale ATA, sia applicati che ausiliari. Inoltre, sono previsti violenti tagli nell’assistenza ai disabili, sia a livello docente che di assistenza, con una azione che sempre di più espellerà dalla scuola gli alunni portatori di handicap.
Questa è la situazione della scuola pubblica statale in Calabria, grazie agli attacchi violenti posti in essere dal Governo centrale e da quello regionale.
Di fronte a tutto ciò l’assessore elimina di fatto il diritto allo studio (soprattutto per le categorie più deboli) e sforna inutili progetti.
Quello relativo alle minoranze, prevede uno stanziamento di soli 200mila euro, a fronte degli 8 milioni stanziati dal Ministero dell’Istruzione all’ex IRRE, ora ANSAS, l’Agenzia Nazionale per la Sperimentazione dell’Autonomia Scolastica.
Ci chiediamo se i 200mila euro destinati ai progetti presentati dall’Assessore siano stati prelevati da questo fondo o abbiano altra provenienza e, in tutti i casi, ci chiediamo dove siano finiti i rimanenti milioni.
Quello che però più di ogni altro ci chiediamo come USB Scuola, è se sia la scuola pubblica statale, secondo il governo e la regione Calabria, a dover diventare una minoranza con un ruolo sempre più marginale, visti, oltre ai tagli, anche i processi riformatori di chiara impronta aziendalistica e quindi privatistica; non ultimo quello in via di sperimentazione in Lombardia, con la chiamata diretta degli insegnanti precari da parte dei dirigenti, in barba a tutte le regole di democrazia e di rispetto delle graduatorie.
Riteniamo che tutte le forze democratiche della regione dovrebbero essere al fianco di USB Scuola Calabria, nella difesa della scuola pubblica statale.
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