UGL Giovani, aspettando il 19 luglio…

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Vent’anni fa la mafia uccise Paolo Borsellino e gli agenti della scorta: Agostino Catalano  (caposcorta), Emanuela Loi(prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio) Vincenzo Li Muli,  Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Anche quest’anno per la commemorazione di Paolo Borsellino, ci sarà chi andrà a Palermo spinto dalla voglia di ricordarlo nella sua citta’; chi lo ricorderà cercando di far onore alla sua memoria,   con le azioni quotidiane finalizzate alla diffusione della cultura della legalità , della partecipazione e del fare; chi, purtroppo, come  rappresentante Istituzionale   parteciperà e farà la sua “passerella” senza dare alcun contributo concreto.

Viviamo nell’era della totale sfiducia nei confronti della politica, della collusione mafiosa in ogni ambito. Molti “giovanissimi” non riescono a vedere altro che  esempi di chi è al potere per il “sol fatto” di aver concluso accordi con la malavita oppure  per aver ricevuto  l ‘appoggio di questo o quel “potente”  di turno; in rarissimi casi, invece,  esempi di chi emerge per merito, onesta’ e spirito di servizio.

“Chi ha vissuto il periodo delle stragi- lo dichiara in una nota Giulia Meliti Responsabile Nazionale UGL Giovani al Dipartimento Legalita’ e Sicurezza della  UGL- vedra’ sicuramente  con sospetto  ed ascoltera’  con rabbia i  discorsi , fatti e ripetuti da troppi anni , dai “vertici” Istituzionali  in occasione delle celebrazioni  commemorative “. Come giovani UGL,  vorremmo invitare tutti coloro che si trovano a ricoprire ruoli istituzionali e che occupano posti prestigiosi, a ricordare il nostro Paolo Borsellino facendosi un esame di coscienza e prima di esprimersi, proferendo discorsi gia’sentiti e parole gia’dette, “ se si sono mai chiesti,  a fine mese quando ricevono lo stipendio, se se lo sono guadagnato” .

La gente ha bisogno , oggi piu’ di ieri, di vedere il buon esempio come  parvenza di cambiamento,  invece di ricevere  quotidiane conferme di “spregevoli accordi” conclusi tra stato e mafia. Le giovani generazioni, soprattutto,  dovranno avere la forza ed il coraggio, con l’aiuto degli adulti, “di negare il consenso, cosi’ anche l’onnipotente  e misteriosa mafia svanira’ come un incubo”.

A tutti i cittadini ripetiamo quanto gia’detto  in vita dal nostro magistrato , che “la lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

E’ doveroso e necessario ricordare   Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Antonino Scopelliti, Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e tutti coloro che sono morti ammazzati dalle mafie, con    il coraggio quotidiano  di fare semplicemente il  proprio   dovere,   eludendo il sistema criminoso, denunciando le ingiustizie e sostenendo  chi agisce e si impegna per il ripristino della legalita’.

“Paolo Borsellino vive, nelle azioni e nei cuori dei giusti, a Palermo come nel resto d’Italia!”

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Author: Cristina

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