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E’ stata presentata a Bologna, nell’ambito della quarta edizione del prestigioso Smart City Exhibition, l’indagine annuale, realizzata dal Forum PA, che stila la classifica delle città italiane sul fronte della smartness, che sono i temi, oggi fondamentali e imprescindibili per una buona amministrazione, dell’innovazione e dei servizi, nonché della legalità e della qualità della vita. Si tratta, nei fatti, della graduatoria delle città più “smart” d’Italia.
“Dobbiamo tragicamente constatare – afferma il segretario cittadino del PCdI di Reggio Calabria, Ivan Tripodi – come Reggio Calabria abbia raggiunto l’umiliante 102° posto (su 106 città classificate) della graduatoria che è anche l’ultimo posto tra le città metropolitane. Insomma, una pessima figura che evidenzia le pesantissime problematiche che, in tutti i campi, i reggini sono quotidianamente costretti a subire. E’, quindi, certificata l’assoluta assenza dei servizi primari e fondamentali.
Il quintultimo posto tra tutte le città italiane evidenzia l’estrema gravità di una situazione cittadina che non può essere nascosta né silenziata. Essere nei bassi fondi della classifica rappresenta un’ulteriore prodotto dell’onda lunga negativa provocata dal nefasto “modello Reggio” di Scopelliti che ha distrutto la città.
Contestualmente, ad onor del vero, è certificato come questo primo anno della giunta Falcomatà non abbia prodotto nessuna tangibile ed efficace azione progettuale che vada in controtendenza positiva. Anzi, tutt’altro…
L’aspetto molto grave, infatti, è rappresentato dal fatto che proprio sulla costruzione di una città “smart”, il sindaco Falcomatà costruì il suo programma e la sua campagna elettorale. Come i reggini possono facilmente rammentare, il termine “smart” rappresentò un pressante tormentone, quasi ai limiti della noia, dell’allora candidato sindaco.
Ma non solo: per comprendere l’investimento e la centralità su queste tematiche, lo stesso Falcomatà, nel nominare la sua giunta, ha coniato una delega amministrativa nuova di zecca, assegnata ad un assessore, che è appunto denominata: “Assessorato alla Smart City”.
Nonostante queste scelte politico-amministrative, la realtà incontrovertibile sancita dalla graduatoria sulle città più “smart” d’Italia segnala un palese insuccesso amministrativo poiché, come abbiamo registrato, non vi è stata nessuna attività o azione che abbia concretamente reso, almeno leggermente, “smart” la nostra città.
E’ triste rilevare come, al di là di roboanti slogan e inutili annunci, la condizione inequivocabile della città, ad un anno dell’insediamento del sindaco Falcomatà, sia così asfittica e senza segnali di ripresa”.
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