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Tabularasa rende omaggio a Rino Gaetano. Alla “Luna ribelle” per il V appuntamento del Contest d’inchiesta, un tuffo nel passato tra i ricordi e la musica di un grande cantautore crotonese, paladino del Sud e degli sfruttati capace di raccontare con le sue canzoni un’Italia grottesca.
La denuncia sociale celata dietro l’ironia delle sue filastrocche resta ancora attualissima e sono proprio queste ad ispirare un giovane scrittore, Andrea Scoppetta, autore della prima favola dedicata a Rino.
Come sempre, “mattatori” della serata gli organizzatori della kermesse culturale Giusva Branca e Raffaele Mortelliti che, insieme all’autore del libro a fumetti, hanno affrontato in modo diverso la tematica dello scandalo.
“In Italia, i fumetti sono considerati poco seri e vengono sempre relegati in secondo piano: sono oggetti, letteratura di serie B ma in realtà, questi libri non li trovate in edicola ma in libreria – esordisce Scoppetta – Per scrivere questa favola ci ho messo il cuore e le idee. Fare un track model vuol dire fare un romanzo dove a raccontare tutto è la vignetta. E’ un modo diverso per narrare una storia, ma come tutti i libri anche il fumetto nasce dalla natura intrinseca dell’autore di riportare qualcosa. La mia non è stata un’operazione biografica su Rino: con il fumetto metto nero su bianco quello che ha fatto come artista. Rino dava un messaggio con le sue canzoni e, dopo 30 anni, è rimasto inattaccabile: ha scritto dei brani che vanno al di là del tempo. Quando cantava “Nun te reggae più” ce l’aveva con Maurizio Costanzo, Mike Buongiorno, Raffaella Carrà”.
Per la prima volta a fumetti, viene raccontata quindi, l’intelligente, lacerante, malinconica ironia e l’irridente anarchia del cantautore calabrese morto a soli 31 anni. La sua vita di eroe a tempo perso che non si è mai preso sul serio, e che ha scelto di fare il cantautore per sfogare un innato bisogno di offrire la propria originalissima visione delle cose. La sua vita di garbato cantastorie che con le sue canzoni graffianti è capace ancora oggi di mettere in crisi usi e costumi del nostro Paese.
Il libro “Sereno su gran parte del Paese. Una favola per Rino Gaetano” uscito a novembre del 2009,” inizia in forma depressiva andante ma cerca di vedere il cielo sempre più blu” – continua l’autore.
“Per scrivere la sceneggiatura del libro oltre alla documentazione ho ascoltato per un anno, 6 ore al giorno, le sue canzoni facendo una grande decostruzione e ricostruzione dei testi – aggiunge ancora Scoppetta – Rino era un genio nel descrivere un flash dei fatti, sapeva raccontare una storia con frasi brevi. Io invece ho voluto esporre la stessa storia inserendo però tanti personaggi e locations sempre diverse per raccontare tutto”.
Ma cosa resta nell’anima del Paese di quella voglia di dissacrare, di arrabbiarsi di Rino Gaetano? – domanda il giornalista Giusva Branca.
“30 anni dopo, l’italiano si è leggermente addormentato. Non credo che sia pessimista ma si fa molto condizionare. Rino Gaetano, un eroe a tempo perso, non apparteneva a questo “tipo” di uomini facilmente condizionabili e le sue canzoni ne sono una dimostrazione. Restano i suoi testi, le sue storie raccontate e lasciate ai giovani delle varie generazioni. Con il fumetto – conclude lo scrittore – ho trovato un modo di raccontare diverso e, soprattutto, ricostruisco un pensiero. Il fumetto nasce da un disegno o da una passione, la mia è nata ascoltando proprio una canzone “Escluso il cane” di Rino.Certo, bisogna saper disegnare e sceneggiare anche se è molto difficile riuscire a fare bene tutte e due le cose. Io ci ho messo 6 mesi per realizzare il fumetto ma alla fine, credo di aver fatto un buon lavoro mettendo in risalto un nostro grande cantautore”.
A portare il proprio omaggio al cantante crotonese anche gli “Operai della Fiat 1100”. Il gruppo musicale, costituito a Celico in provincia di Cosenza nel 2002 da un’idea di Carlo Caligiuri e Salvatore Pupo, in breve tempo oltrepassa i confini calabresi conquistando l’Europa. Il pubblico è letteralmente “stregato” dalla band composta da Carlo Caligiuri (voce, chitarra acustica), Salvatore Pupo (voce, trombone), Fabrizio Scrivano ( chitarra elettrica), Luca Vigna (basso, cori), Giuseppe Scarpelli (pianoforte, tastiere, synth, cori),
Enrico Caligiuri (batteria) e Marco Vigna (percussioni, cori).
“Gli Operai della Fiat 1100” lascino in riva allo Stretto un messaggio realista, quasi verghiano; “ in fondo le cose in Italia non cambiano mai anche se c’è ancora chi spera e lotta per farle almeno mutare”.
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