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La Squadra Mobile romana, in collaborazione con gli omologhi Uffici di Reggio Calabria e Como, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Roma a carico di Domenico Antonio LAURENDI, Domenico VARANO, Giovanni PRATICO’, Massimiliano DATTILO e Cosimo PENNESTRI’, tutti reggini di età compresa tra i 30 e i 40 anni, ritenuti responsabili di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione.
Le indagini, originate dal complesso investigativo attivato a seguito dell’omicidio di Angelo DIMASI, avvenuto in Roma il 19 gennaio 2011 e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, si sono incrociate con quelle della Squadra Mobile di Reggio Calabria e hanno consentito di rilevare che alcuni calabresi, corrieri dello spaccio, partivano da Reggio Calabria per consegnare hashish e cocaina a Roma, in particolare a un geometra, Romeo ONORI, romano di quasi 60 anni.
Nel luglio 2011, dopo che gli era stato consegnato un pacco per il successivo smercio della sostanza, i calabresi ne pretendevano il pagamento del prezzo, ma ONORI, trovando difficoltà a venderla, tergiversava, inventando situazioni che ne giustificavano il ritardo e la sua mancata presentazione agli appuntamenti prefissati.
La problematica emersa scatenava le ire degli arrestati, che si esprimevano nei confronti del romano, apparso in quelle occasioni in evidente difficoltà, minacciandolo di morte.
La situazione, che appariva di grave esposizione a rischio per l’ONORI, si risolveva il 25 luglio 2011 con l’arresto dello stesso: in quell’occasione ONORI, a bordo del suo veicolo, venne fermato nei pressi di via Palmiro Togliatti a Roma e trovato in possesso di poco meno di un chilo di hashish. Insieme a lui venne arrestato un altro calabrese e un albanese.
I fatti contestati agli odierni arrestati sono le cessioni maturate tra il febbraio e il luglio 2011, oltre all’estorsione a carico dell’ONORI. Si rappresenta, altresì, che l’arresto di DATTILO Massimiliano è stato eseguito dalla Questura di Como e che LAURENDI Domenico Antonio e VARANO Domenico erano già detenuti per altra causa.
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