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La sezione idraulica in corrispondenza della luce dei ponti, sia quello della Ss 106 Km 17+V (altezza bivio per Motta San Giovanni) che quello ferroviario posto pochi metri più a valle risulta maggiormente ridotta a seguito dell’accumulo del materiale che le acque torrentizie hanno trasportato durante gli eventi pluviometrici dello scorso 2 marzo.
Attualmente la distanza tra l’alveo e il sotto trave dei citati viadotti è di circa metri 1,90. Sebbene i torrenti non sono oggetto di libero transito, l’alveo fluviali è utilizzato anche dai veicoli e sarebbe opportuno vietarne la circolazione o quanto meno collocare il segnale indicante «Altezza massima» che vieta la circolazione dei veicoli la cui altezza, compreso il carico, supera il limite indicato.
Più volte questa associazione ha richiamato l’attenzione anche degli Organi di Governo Nazionale sul potenziale pericolo per la collettività rappresentato in caso di eventi pluviometrici eccezionali dai torrenti Ferrina, Oliveto, Saetta, San Vincenzo e Catrica, a rischio esondazione.
E’ stato evidenziato che dalla documentazione in nostro possesso risulta che, oltre all’alluvione del 1953 che portò via il ponte ferroviario, l’ alluvione del mese di dicembre 1972 – gennaio 1973, causò ingentissimi danni a beni pubblici e privati nell’intero territorio comunale mettendo a serio repentaglio l’incolumità degli abitanti del Centro e delle Frazioni. Tali straordinari eventi pluviometrici hanno recato danni anche alla statale 106 e alla via vecchia provinciale nel tratto che attraversa i torrenti Ferrina, Oliveto e San Vincenzo, per il crollo delle gabbionate che sostenevano la sede viaria.
A seguito del crollo di una briglia è stata danneggiata la condotta idrica posta nel torrente San Vincenzo, in prossimità dell’abitato di Paolia di Lazzaro completamente isolata per interruzione strada collegamento e rete idrica. Un’altra briglia più a valle è stata danneggiata oltre il 70%. Successivi danni sono stati recati al territorio di Motta e Lazzaro dal nubifragio del 1996 a seguito del quale, sono stati previsti con Ordinanza della Protezione Civile nr. 2478 del 19.11.1996 degli interventi urgenti ed indifferibili finalizzati alle attività di assistenza alle popolazioni e alla salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata per il ripristino dello stato dei luoghi, eliminando situazioni di pericoli preesistenti.
Dobbiamo rilevare che la Regione Calabria Settore Protezione Civile Sala Operativa regionale lo scorso 1^ marzo ha inviato (non è la prima volta) alle Autorità Responsabili degli Enti Statali, Regionali e Locali delle zone di allertamento un messaggio di allertamento per previsione metereologiche avverse. Assunzione del livello di allertamento: PRE-ALLARME – Messa in atto delle relative misure previste dalla propria pianificazione d’emergenza. Non comprendiamo l’utilità di questi importanti avvisi di preallarme dal momento che gli stessi sarebbero ignorati dagli Enti destinatari. Infatti nel nostro territorio non abbiamo mai visto intraprendere alcuna iniziativa in previsione di tali eventi se non quella di pubblicare sui relativi siti on line il messaggio di allerta meteo Loro pervenuto dal quale ben emerge lo scenario di rischio. Giova ricordare che il Sindaco di un Comune è anche Autorità Locale di Organo di Protezione Civile.
In merito sono stati attivati la Regione Calabria Dipartimento Politiche dell’Ambiente, l’ANAS sezione viabilità di Catanzaro, la Direzione Compartimentale Infrastrutture delle ferrovie, l’Autorità di Bacino Regionale, la polizia provinciale e per conoscenza il Prefetto della Provincia di Reggio Calabria.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus
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