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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)
<<Presidio permanente online a difesa dell’ospedale di Melito>>. E’ questo il nome del gruppo spontaneo creato su Facebook per tenere alto il livello di allarme sull’ospedale “Tiberio Evoli” che rischia per l’ennesima volta di essere spogliato di servizi importanti.
La pagina fa da preludio all’incontro che si terrà il prossimo 8 febbraio alle 10, di fronte piazza stazione, a Melito. Molte le adesioni arrivate fino a questo momento da parte degli “abitanti” del social network che hanno condiviso l’idea, partita da Federico Curatola, di ribellarsi in quanto <<ci stanno a poco a poco sottraendo servizi sanitari importanti, stanno impoverendo l’offerta sanitaria di un’intera area che vive già condizioni pesanti di precarietà economica e sociale>>. Il grido di rivalsa parte dall’imperativo che <<opporsi a queste continue spoliazioni è un dovere civile di tutti quanti noi>>.
In tanti hanno già apportato i dovuti commenti sullo spazio dedicato ribadendo che <<dobbiamo dimostrare che qui ci sono uomini, donne, anziani, giovani che intendono continuare a vivere su questo territorio ed intendono farlo rivendicando i propri diritti e compiendo i propri doveri. L’ospedale Tiberio Evoli è un bene comune…difendiamolo>>.
Sulla vicenda è intervenuto anche Mario Alberti, presidente del Forum Terzo Settore, che nell’esprimere la sua riflessione sulla situazione che sta vivendo il futuro dell’ospedale ha voluto denunciare <<un ulteriore castrazione in termini di servizi sanitari che consiste nell’annullamento dei posti in degenza presso il Servizio psichiatrico Diagnosi e Cura allocato all’interno dell’Ospedale Tiberio Evoli.
Intendo porre all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni il dramma che già vive la famiglia di una persona con patologia psichica, accresciuto notevolmente dall’impossibilità, nel comprensorio, di utilizzare i posti letto non soltanto per i trattamenti sanitari obbligatori, ma anche per i ricoveri programmati. Per fortuna il servizio di salute mentale funziona ed effettua un buon intervento sul territorio. Dover ricoverare un congiunto in ospedali notevolmente distanti come Catanzaro, Messina, Aversa, raramente si riesce a Reggio, per un nucleo familiare che abita nel nostro distretto è sovente impresa gravosa e onerosa sia in termini economici che di giusto supporto familiare>>.
<<Il mio è un appello al territorio per non far cadere nel silenzio questo immane disagio e – continua Alberti – soprattutto documentare i casi in oggetto. Per questo il Forum del III settore tutto si offre a raccogliere le eventuali segnalazioni e farne documentazione>>.
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