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Carissimi Eleonora, Laura, Giorgio e Aldo, mi rivolgo a voi, che reputo miei amici, per complimentarmi per i vostri interventi svolti al CEDIR in occasione dell’Assemblea Pubblica dell’11 c. m. Faccio solo i vostri nomi, perché citati sul lungo articolo pubblicato dal giornale online IL DISPACCIO. Mi auguro non vi dispiaccia e spero anche di non suscitare risentimenti da parte di qualcuno che è sfuggito alla mia attenzione, che può comunque ritenersi incluso nell’elenco.
Premetto che con forte disappunto sono stato impedito a prendere parte all’evento a motivo dei malanni stagionali. La mia partecipazione era nei fatti, essendo io a suo tempo uno degli 845 firmatari della richiesta dell’assemblea. Scrivo, di conseguenza, non per conoscenza diretta, ma per come riportato dal citato organo di stampa, che, per quanto mi risulta da altre circostanze, è attendibile.
Giovanni Ladiana, di Reggio-Non-Tace, che ha parlato di “macelleria sociale” per descrivere la situazione passata e contemporanea, tramite Facebook ha scritto “che le oltre 1000 (mille) PERSONE che c’erano sapranno dirlo ad almeno altre 4-5 persone” e non c’è da dubitare che sarà così. A mio modesto parere l’onda sarà anche più grossa e oserei sperare che quasi tutta la città verrà a conoscenza dell’evento. Se così fosse, ci si potrebbe complimentare con chi ha tenacemente voluto l’assemblea, vale a dire il movimento Reggio-Non-Tace e soprattutto col suo ispiratore, p. Giovanni Ladiana: onore al merito!
Superata la fase del compiacimento, bisogna andare avanti. Quale strada imboccare? Chiedere altre assemblee per esporre i bisogni, i problemi, le aspettative della città? Esporli a chi? Chi non sa in quale stato ci troviamo? Chi non conosce sulla propria pelle “la macelleria sociale”, cui accennava nel suo intervento Padre Ladiana? Possiamo fermarci solo alla denuncia? Quali saranno i risultati? Cambierebbe qualcosa? Personalmente nutro più di un dubbio.
Riallacciandomi ad una mia precedente dichiarazione su Facebook, mi pare auspicabile cercare di andare avanti e fare il salto di qualità. La denunce non sono più sufficienti. Occorre passare dalle parole ai fatti. Bisogna cercare di realizzare quanto esposto davanti al commissario del Comune, il quale sicuramente farà quanto nelle sue possibilità e fin quando rimarrà. E poi? Chi raccoglierà il testimone? Lasceremo il campo ai partiti politici e/o ai mestieranti della politica, sui quali ricadono le maggiori responsabilità dello stato di degrado in cui si trova la non più “bella e gentile” Reggio? Questo è il punto centrale.
A ciascuno di voi e a quanti la pensano come voi la risposta, non verbale (quella l’avete detta in assemblea), ma effettuale, se volete bene alla città, come avete dichiarato e come non c’è motivo di dubitare. Ognuno deve assumersi in prima persona le proprie responsabilità. Ricordo soltanto, a modo di orientamento, ove ce ne fosse bisogno, essere “la politica la più alta forma di carità”, giusto l’insegnamento del grande Papa Paolo VI. (parte prima).
Fortunato Mangiola
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