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La loro musica ha accompagnato il viaggio dell’Apollo 11 sulla Luna e questo fine settimana suonerà dal vivo per la prima volta a Reggio Calabria, per l’unica data al sud Italia del tour mondiale con cui celebrano 40 anni di carriera.
Domenica, alle 21.30, gli Oregon, una delle band statunitensi più longeve di tutti i tempi, saliranno sul palco del Teatro Politeama Siracusa per chiudere in bellezza la programmazione del Play Music Festival con una tappa del loro “40 Years World Tour”.
L’evento, inserito nella cornice dell’Horcynus Festival 2014, dopo le esibizioni di Roberto Gatto Special Quartet e Denise King Quartet, corona la programmazione di musica world&jazz messa a punto dal direttore artistico del Play Music, Alessio Laganà, con un concerto per veri intenditori nel più antico teatro cittadino, gestito per il terzo anno consecutivo dalla Fondazione Horcynus Orca.
Con 40 anni di carriera alle spalle, infatti, gli Oregon (Ralph Towner a chitarra, piano e sinth, Paul McCandless a sax e oboe, Glen Moore al contrabbasso e Mark Walker a batteria e percussioni) sono una band leggendaria, cresciuta musicalmente nella New York di fine anni ’60. Nel corso della loro carriera hanno elaborato un sound estremamente originale ed eclettico, frutto di sperimentazioni strumentali e di una peculiare commistione fra il più sofisticato linguaggio improvvisativo, inebrianti profumi etnici e delicate atmosfere cameristiche.
Nei loro album si fondono perfettamente la strumentazione classica europea, l’armonia del jazz americano e musicalità etniche attinte da tutto il mondo. Una perfetta sintonia tra strumenti acustici ed elettronici che diviene dialogo fra culture, “ponte” musicale tra Oriente e Occidente e contaminazione stilistica tra world music, jazz contemporaneo, musica classica e new age, di cui gli Oregon sono considerati i precursori.
Con oltre 25 dischi alle spalle, pubblicati dalle più prestigiose etichette discografiche americane, quattro nomination ai Grammy Award per il loro CD più conosciuto, “Oregon in Moscow” del 1999, e due crateri lunari ribattezzati con i nomi di due loro composizioni (“Icarus” e “Ghost Beads”), gli Oregon restano a tutt’oggi una pietra miliare nella storia della musica contemporanea. Il loro sound unico e originale che li ha resi famosi in tutto il mondo, li ha portati a esibirsi nei maggiori festival jazz internazionali (da Montreux a Newport) e nelle più prestigiose sale da concerto classiche (dalla Carnegie Hall alla Philharmonie di Berlino).
E domenica, a coronamento di una carriera invidiabile, finalmente anche il pubblico dello Stretto potrà applaudirli.
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