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L’Aspromonte, con il carico di storie e suggestioni, è stato il protagonista dell’ultimo appuntamento dei Tè Culturali organizzati dal Circolo Posidonia e dall’associazione Valgallico. Un’ultima tappa caratterizzata da un vero e proprio viaggio tra le risorse naturali e culturali del massiccio calabrese.
A far conoscere al pubblico le gesta di una letteratura epico – cavalleresca “aspromontana”, è toccato alla professoressa Carmelina Sicari, che ha ricordato il ruolo da protagonista riservato alla Montagna nella chanson d’Aspremont, opera scritta intorno alla prima metà del XII secolo, prologo alla più nota chanson de Roland. Le riflessioni sul volume “Storie Aspromontane”, dello scrittore calabrese Pasquale “Pat” Porpiglia, hanno riportato la Montagna nell’amarcord più attuale.
Il testo, edito da Iiriti editore per la collana “L’Aspromonte tra testimonianza e memoria”, come dichiarato dal professore Mario Giambelluca, si compone di una serie di brevi racconti di stampo verista che custodiscono all’interno, luoghi e personaggi verosimili, tipici della realtà paesana di un tempo, testimoni di una certa “calabresità”. Una ricerca etno-antropologica che muove i propri passi dal ricordo, dalle sensazioni ed emozioni più intime sino ad approdare ad una ricerca sul campo. Un lavoro, come ricordato ancora da Giambelluca, che conferisce all’autore l’appellativo di “Scrittore dell’Aspromonte”.
“La montagna è sempre presente nei miei libri, commenta Porpiglia, che aggiunge, è viva negli usi, nei costumi, nelle tradizioni. Il testo si nutre del passato della cultura calabrese per divenire base su cui programmare il futuro”. Un aspetto, quest’ultimo, che ritorna spesso nelle opere di Porpiglia, cosi come evidenziato da Antonino Sapone, socio della Deputazione di storia patria per la Calabria, che attraverso l’analisi del volume “La Storia di due Mondi”, effettua un parallelo tra l’ideologia di fondo che anima le due opere.
“La terra, i luoghi, la cultura, afferma Sapone, sono vissuti come una sfida, uno sprono ad andare oltre, aprirsi al mondo migliorando la propria condizione”. A concludere l’incontro è toccato a Carmelo Nucera, presidente del circolo di cultura greca “Apodiafazzi, che ricordato l’importanza della ricerca delle proprie origini partendo dai luoghi, da quell’Aspromonte che da terra nobile e protagonista di vicende determinanti per l’unità d’Italia è finita per diventare sinonimo di terra maledetta. Anima del territorio rievocata anche dall’intermezzo di musica folk in cui i ritmi, gli strumenti e le gesta della tradizione popolare calabrese hanno saputo condensare i sentimenti collettivi che caratterizzano una comunità.
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