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Riceviamo e pubblichiamo:
On. Segretario Alfano, Onorevoli Capigruppo, Onorevoli Deputati e Senatori del PDL,
mi chiamo Salvatore Palermo e sono un dirigente provinciale della Giovane Italia di Reggio Calabria e Presidente del Consiglio degli Studenti dell’università Mediterranea di Reggio Calabria.
Vi scrivo questa lettera aperta, sotto forma di mail, per chiedere un vostro impegno verso la vergognosa norma contenuta nella Spending Review sulla tassazione universitaria.
La norma in questione modifica profondamente e nettamente i limiti della contribuzione studentesca fissati al 20% del fondo di finanziamento ordinario che ogni anno lo
Stato stanzia per le università statali; questo limite infatti, attuata questa norma, non verrebbe più calcolato sulla base delle tasse pagate dall’intero corpo discente, ma terrebbe solamente conto di quelle pagate dagli studenti italiani e comunitari iscritti in corso (e si consideri che in Italia il 34% degli universitari è fuori corso) e inoltre queste andrebbero rapportate non più al solo FFO ma all’intero ammontare dei trasferimenti statali”.
Questa manovra viene mistificata e mascherata come un incentivo a far pagare di più i fuori corso affinché si laureino prima, ma in diversi Atenei (compreso il mio) le tasse per i fuori corso esistono già e sono pure molto esose. La tassa dei fuori corso è infatti inseribile nell’ambito dell’autonomia universitaria, quindi ci stanno raccontando l’ennesima ipocrita bufala, e questo a mio avviso costituisce un’inaccettabile offesa all’intelligenza umana.
Il restringimento del campo degli studenti che rientrerebbero nel calcolo e l’allargamento della somma sulla quale calcolare la media ha di fatto liberalizzato le tasse universitarie che con questa nuova metodologia di calcolo potranno essere aumentate fino al 60% in più, a carico degli studenti comunitari e in corso, mentre non vi sarebbe alcun limite né criterio orientativo per la tassazione degli studenti fuori corso ed extra-comunitari.
In tutto ciò si deve tenere conto che stando alle statistiche, le università italiane sono le più “care” d’Europa, senza contare che la quota di diplomati che si iscrive all’università è inferiore a quella degli altri Paesi europei ed il numero totale degli immatricolati ha registrato nell’ultimo anno un crollo verticale di circa il 10%, soprattutto tra i figli della classe media impoverita che non riesce a sopportare più i crescenti costi dell’istruzione.
A tutto questo va aggiunto che il nuovo decreto legislativo 69 del 29 marzo 2012 uniforma la tassa per il diritto allo studio secondo i LEP a 120, 140 e 160 euro, innalzando in molti casi anche quest’altra tassa.
Tutti i provvedimenti finora menzionati, costituiscono un inaccettabile “regalo” ai Rettori di tutti gli atenei cosiddetti “fuori legge” che invece di abbassare le tasse e riportarle nei limiti di legge, come diversi TAR hanno sentenziato (vedi Pavia), potranno liberamente continuare ad aumentarle. Insomma come recita una famosa frase di Blaise Pascal: “Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto”.
Con gli aumenti delle tasse e la riduzione dei fondi per il diritto allo studio, si danneggia il merito e si favorisce il classismo, trasformando “un’università di tutti” in “un’università di nicchia”, per i pochi abbienti che se la possono quindi permettere, in chiaro contrasto con l’art. 3 comma 2 della Costituzione; questo noi, dopo aver fatto la legge Gelmini che rimette in moto tutto il sistema universitario, non possiamo permetterlo.
Sabato scorso nella sua assemblea il PD ha impegnato i propri gruppi parlamentari verso l’abolizione della norma; noi da principale forza parlamentare del paese abbiamo il dovere di fare altrettanto o poi non ci si potrà lamentare di un voto giovanile, disorientato dalla mancanza di segnali forti e credibili che vá verso il qualunquismo di piazza del movimento 5 stelle o guarda a sinistra.
Forse qualcuno “storcerà il naso” leggendo questa mail,ma ho il dovere di adempiere al ruolo che sono stato chiamato a svolgere, rappresentando e difendendo fino alla fine coloro che mi hanno votato e dato fiducia, permettendomi di vivere questa straordinaria avventura.
Nella speranza di un vostro impegno parlamentare in tal senso, l’occasione mi è gradita per porgere distinti saluti.
Cordialmente
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condivido pienamente i contenuti della lettera e anche io faccio presente che anche a roma ( Sapienza ) esiste da due anni una tassazione aggiuntiva, non indifferente, per i fuoricorso. Non posso che unirmi alla protesta di chi riconosce che alla fine pagherebbero sempre gli stessi, senza peraltro risolvere i mali della università italiana ma stroncando di fatto il futuro dei molti che non sarebbero più in grado di proseguire gli studi, vanificando così propri sacrifici, quelli delle proprie famiglie e anche l’impegno economico dello stato. Quale è la logica che guida queste decisioni?