Questo post é stato letto 20620 volte!
Nel Mezzogiorno ben 21 lavoratori su 100 lavorano nel sommerso generando oltre 52,3 miliardi di euro pari al 10,3% del PIL del Sud. E’ il dato significativo emerso nel corso del convegno “Questione Meridionale 3.0” tenutosi nei giorni scorsi a Reggio Calabria nell’aula “Levato” al Consiglio regionale della Calabria. L’iniziativa, moderata dal giornalista Massimo Calabrò, è stata organizzata dal Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea, diretto dal prof. Domenico Marino. Si è trattato di un momento di riflessione con esperti del settore sulle politiche meridionalistiche fatte fino ad oggi e sulle possibili policies da sperimentare per il futuro soprattutto in relazione alla creazione di occupazione.
Dopo i saluti dei prof. Carlo Morabito e Domenico Massimo rispettivamente Prorettore e vice direttore del Dipartimento Pau della “Mediterranea”, Benedetto Di Iacovo, presidente della Commissione Emersione della Regione Calabria ha illustrato dati e cifre del fenomeno: “Sul piano nazionale l’economia sommersa genera un mancato fatturato di oltre 154 miliardi di euro, sottratti ad ogni tipo di tassazione, con un’incidenza sul Prodotto Interno Lordo (PIL) del 10,3%. In Calabria “vale” 5.341.940.768 € con circa 150.000 lavoratori irregolari, anche se va evidenziato che nel 2004 questi si attestavano a circa 210.000”.
Il prof. Marino ha evidenziato che “occorre, porre il tema del lavoro e dell’occupazione al centro delle strategie per lo sviluppo, delineando le linee di innovazione della strumentazione esistente in materia di lavoro, raccordandole alle azioni previste dalla programmazione delle risorse comunitarie e in particolare del FSE. Le Regioni meridionali devono puntare a formalizzare un pacchetto straordinario di strumenti operativi che si proietti in avanti e che nel contempo consenta di affrontare le emergenze occupazionali di cui i calabresi soffrono da lungo tempo”.
Apprezzati gli interventi di Giuditta Lembo, Consigliera di parità della Regione Molise che ha illustrato l’esperienza maturata nell’ente, Giovan Battista Perciaccante presidente della Comitato Mezzogiorno e isole dell’Ance, Pietro Stilo, dottore di ricerca della “Mediterranea” e Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro. Domenico Mamone, presidente nazionale di Fondolavoro, impossibilitato a raggiungere la sede, ha fatto pervenire dati interessanti: un quinto della popolazione tra i 15 e 19 anni ha abbandonato la scuola senza assolvere all’obbligo di istruzione e formazione. Per Mamone I Fondi possono essere la possibilità concreta di sviluppo del Sud. Il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, nel suo intervento conclusivo ha evidenziato che la Regione punta a ridurre l’altissima percentuale di disoccupazione giovanile e si sta lavorando per fermare la fuga di giovani e meno giovani in cerca di lavoro.
Questo post é stato letto 20620 volte!