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E’ ormai passato un anno dall’attivazione della Cassa Integrazione Straordinaria per i lavoratori del Porto di Gioia Tauro e, nonostante i grandi sacrifici sopportati dai lavoratori e dalle loro famiglie, ancora nulla di quanto prospettato si è concretizzato. Nemo profeta in patria est. Avevamo sottolineato, infatti a suo tempo, tutte le criticità dell’Accordo sottoscritto sulla CIGS al Porto e quell’ accordo il SUL ha deciso di non firmarlo perché privo di una qualsiasi garanzia a difesa dei lavoratori rispetto ai percorsi evidenziati.
È una magra consolazione, ma la prova dei fatti sembra non smentirci. Del distretto logistico non c’è traccia e, di conseguenza, neppure delle quattro aziende che Contship Italia avrebbe dovuto realizzare nel retroporto per “accompagnare” la crisi del transhipment. Il Gateway Ferroviario al di là dei facili proclami è ancora assolutamente in divenire e, incredibilmente, mentre i volumi di containers stanno aumentando ed il transhipment è meno in crisi di quanto si voglia far apparire, evidenziando un’anomalia nell’anomalia sembra che gli esuberi vengano comunque confermati.
Se a questo si aggiunge il ritardo registrato sul finanziamento dei corsi di formazione per i lavoratori del porto di Gioia Tauro, forse sarebbe meglio, per il futuro, essere pragmatici ed avere il coraggio di dire no quando non ci sono certezze esigibili. Il prezzo che si sta pagando a Gioia Tauro per colpa della burocrazia non può essere l’elemento che giustifica una superficiale gestione delle problematiche né tanto meno può fare da parafulmine ad un’accordo incompleto e senza garanzie.
Il SUL pensa che non è più possibile attendere, gli impegni presi sul Porto non possono essere più disattesi ed è giunto il momento di rendere noto a tutti chi è il vero responsabile di questa brutta situazione che si registra in Calabria. Tutti i soggetti interessati nella vicenda, Governo, Enti Locali e Autorità Portuale insieme a tutti i sindacati, devono adoperarsi per la realizzazione del progetto di rilancio delle attività portuali e se qualcuno rinuncerà a fare la sua parte per scongiurare i possibili licenziamenti e/o la mobilità non gli sarà consentito di raccontare la sua verità.
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