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da Giornalisti Calabria
“Credo che la dottoressa Fallara si sia ritrovata bombardata e messa in ginocchio da alcuni mezzi d’informazione in un momento delicato della sua vita privata. Ecco perché ho capito il suo gesto estremo”.
Se non fosse per la gravità del contesto, la dichiarazione del presidente della Giunta regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti, non meriterebbe neppure di essere citata, tanto è gratuita, ridicola e irresponsabile.
Interrogato nell’ambito del processo che lo vede imputato, nella qualità di ex sindaco di Reggio Calabria, con l’accusa di falso ideologico e abuso d’ufficio per le autoliquidazioni fatte dall’ex dirigente del Comune, Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010, Giuseppe Scopelliti riattacca il vecchio disco secondo cui la causa di tutti i mali sono i giornali e i giornalisti.
Sulle assurde e stravaganti tesi di Scopelliti il sindacato dei giornalisti ha già chiaramente espresso la propria posizione il 21 novembre 2011 e il 16 ottobre 2012, in occasione di altri gratuiti attacchi alla stampa, attraverso il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi, il quale ha ribadito che “chi ha incarichi politici ed istituzionali deve sapere che in un Paese democratico esiste la libera critica da parte dei giornali e del sistema dei media. La Calabria ha già tanti problemi, non si sente proprio il bisogno che se ne aggiungano altri”.
“Affermazioni, allusioni e accuse gratuite – ha dichiarato, in quelle occasioni, il vicesegretario Fnsi – non fanno altro che alimentare il già avvelenato clima di sospetto che caratterizza questa regione. Se Scopelliti si sente diffamato, ha tutti gli strumenti per tutelarsi legalmente, ma non se la prenda con chi fa questo mestiere in condizioni difficili e, spesso, mortificanti della dignità umana e professionale, anche a causa di editori che calpestano regole e contratti. Chi sbaglia paga e le pesanti sanzioni pecuniarie previste per la diffamazione a mezzo stampa testimoniano che questo mestiere non gode certo di privilegi di casta”.
“Le regole valgono per tutti ed i giornalisti – ricorda, oggi, Carlo Parisi – sanno bene che devono fare il loro mestiere raccontando i fatti senza fronzoli, né enfasi e, soprattutto, senza commettere l’errore, alla stregua dei politici, di pontificare, scadere nell’accusa gratuita o, peggio, nella diffamazione”.
“Inaudita e inaccettabile – sottolinea Parisi – è, poi, la generalizzazione delle gravissime, quanto assurde accuse sparate nel mucchio. Se Scopelliti è «persona informata sui fatti» o ha rilievi da muovere nei confronti di giornalisti e giornali, faccia nomi e cognomi di quanti – a suo giudizio – sarebbero i responsabili dell’istigazione al suicidio di Orsola Fallara. In caso contrario taccia”.
“Il problema vero – conclude Parisi – è che, sempre più spesso, ci si trova davanti a goffi e disperati tentativi di nascondere la spazzatura sotto il tappetino di casa, senza rendersi conto che non si tratta più di quattro cicche, ma di un’immensa e nauseabonda discarica e che la colpa dello sfascio non è certo imputabile ai giornalisti che, tra intimidazioni e minacce, palesi e velate, continuano semplicemente a fare il loro mestiere”.
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