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È stato convocato per lunedì prossimo alle ore dodici presso la Prefettura di Reggio Calabria un tavolo tecnico per la valutazione degli interventi più urgenti sui territori comunali di Bova e Bova Marina all’indomani degli eventi alluvionali che hanno provocato inoltre la chiusura della strada a scorrimento rapido mare – monti.
Tra i comuni interessati dalla pesante interdizione dell’importante via di comunicazione anche Africo e Roghudi i cui territori ricadono per intero all’interno del perimetro dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, in un’area servita proprio dalla strada attualmente interrotta.
Già ieri il vice sindaco di Bova Gianfranco Marino, attraverso una nota stampa aveva posto l’accento sulla grave situazione in cui versano il suo comune e i territori comunali di Africo e Roghudi a causa della chiusura della strada a scorrimento rapido che unita alla mancanza di servizio medico notturno costringe una popolazione composta per lo più da anziani ad affidarsi alla buona sorte sfidando in caso di bisogno una malmessa e tortuosa arteria lunga 15 chilometri e costellata da una serie infinita di tornanti per un tempo di percorrenza totale di quasi 50 minuti che servono per raggiungere l’ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo.
Ad annunciare battaglia paventando iniziative clamorose e ove servisse anche manifestazioni di piazza e blocchi stradali è ora il primo cittadino di Bova Santo Casile. “Al momento – dice Casile – ci troviamo in una situazione davvero poco felice. Lunedì in Prefettura faremo il punto sulla situazione cercando di portare all’attenzione di Sua Eccellenza il Prefetto una situazione a dir poco drammatica. Sulla stessa lunghezza d’onda sono i miei colleghi di Africo e Roghudi che vedono interdetto l’accesso principale ai loro territori di gran lunga più interni e difficilmente accessibili rispetto a Bova.
Nella speranza di trovare al più presto una soluzione definitiva ad un problema che si trascina da ormai troppo tempo, ed in assenza di eventuali imminenti risorse per intervenire tempestivamente, chiediamo l’innegabile l’opportunità di intervenire a spese nostre e con mezzi propri, così come fatto prontamente e con ottimi risultati nelle vie di comunicazione del nostro comune già nell’imminenza dell’evento alluvionale, per rimettere così in sicurezza il tratto interessato dal movimento franoso ripristinando la viabilità e garantendo un accesso alla marina al momento divenuto una vera e propria impresa.
Se rispetto a tale soluzione – conclude Santo Casile – dovessimo trovarci di fronte all’ennesima porta chiusa in faccia siamo già pronti a iniziative clamorose che vedranno coinvolte non solo le amministrazioni montane interessate ma anche e soprattutto le popolazioni ormai avvilite da una situazione davvero insostenibile”.
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