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Lacircolare dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Catanzaro del 30 novembre 2011, a firma dell’ispettore Blandino, assegna il docente di sostegno solo agli alunni in possesso della certificazione INPS comma 1 e comma 3 della L. 104/92, orientamento che pare condiviso da codesta USR.
Malgrado le precedenti note non abbiano avuto risposta e ritenendo comunque tale disposizione fortemente discriminatoria ed inaccettabile la USB Scuola Calabria chiede l’immediato ritiro della circolare in questione, con la quale vengono lesi i diritti degli studenti diversamente abili, riconosciuti tali in virtù di una diagnosi e non di una mera certificazione INPS.
E’ già deplorevole infatti che agli alunni in possesso della certificazione 104/92 siano state ridotte le ore di attività con i docenti di sostegno (in alcuni casi anche la metà delle ore scolastiche), ma è davvero da Paese incivile non garantire affatto l’insegnante di sostegno a tutti quegli altri alunni disabili, ma non in possesso del certificato 104/92 anche se in possesso comunque di altre certificazioni mediche attestanti disturbi, patologie e ritardi, lasciandoli così abbandonati a loro stessi ed al loro destino.
In tutta Italia i docenti di sostegno vengono assegnanti secondo le vigenti leggi nazionali sulla disabilità e non sulla base di inique ed arbitrarie disposizioni locali, che contribuiscono a creare disparità di trattamento nel sistema dell’istruzione pubblica. A dare forza alla nostra richiesta c’è anche una sentenza storica e decisiva, con cui pochi giorni fa il Tar del Lazio, riconoscendo le ragioni di un gruppo di 22 genitori, ha stabilito che è necessario assegnare un insegnante di sostegno per ogni alunno disabile. In esecuzione della sentenza, il TAR ha chiesto ai singoli istituti della regione Lazio, di integrare il proprio organico per adeguarsi ai bisogni dei ragazzi disabili.
Alla luce di tutto ciò, la Circolare in questione è assolutamente anacronistica ed in contrasto con la normativa vigente e con la giurisprudenza e pertanto USB Scuola Calabria ne chiede l’immediata revoca e la relativa pubblicazione sul sito istituzionale.
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