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A seguito della metodologia utilizzata per operare scelte di politica nazionale ( apertura a Pd su Legge Elettorale senza alcuna consultazione) ed al parlamento europeo (votazione-farsa su accordo con Farage), che violano nell’essenza stessa le regole fondanti del M5Stelle ed, in particolare, il principio Uno Vale Uno e quello di “orizzontalità”, ho rassegnato le dimissioni da attivista del Meet Up “Reggio Calabria 5 stelle” di cui sono anche stato uno fra i candidati “portavoce” per la carica di Sindaco.
Con lo stesso ho condiviso orgogliosamente un intenso percorso politico che ci ha portato alla ribalta delle cronache politiche locali soprattutto rispetto a Tares, Atam, Avr, Emergenza Rifiuti e battaglie per la Legalità ed i Diritti.
Mi dissocio, con il mio gesto, dal modo totalmente inefficace e spesso arbitrario di gestire l’organizzazione interna del Movimento che sta assumendo la connotazione progressiva quella tipica dei Partiti tradizionali che nulla ha a che fare con il principio di “orizzontalità” caro al 5 Stelle nonché con la “rivoluzione” del modo di fare politica tradizionale tanto sbandierata.
I criteri “misteriosi” che regolano i rapporti con il territorio e con gli onesti attivisti che operano sullo stesso sono a dir poco “scandalosi” poiché non esiste un sistema elementare di “riconoscimento politico” del lavoro svolto che valorizzi i percorsi e le battaglie poste in essere.
La concessione, infatti, dell’utilizzo del “simbolo” solo alle liste civiche certificate mortifica il lavoro ordinario di tutti in quanto non gli conferisce valore se non all’interno della competizione elettorale, non consentendo di capitalizzare proficuamente il risultato politico a favore di programmi e cittadinanza.
La “rincorsa” all’ottenimento dello stesso fra i vari Meet Up sviluppa sistematicamente conflittualità interna logorando ed esasperando le ordinarie dialettiche fino all’implosione progressiva piuttosto che all’espressione virtuosa dell’azione politica verso l’esterno.
Lo staff nazionale, infatti, non ha mai preso posizione rispetto alle diatribe locali che gli stessi deficit organizzativi alimentano consentendo a soggetti palesemente distruttivi di abusare di fatto del nome del 5 stelle e di violare costantemente le regole fondanti dello stesso.
Non sarebbe stato meglio forse concedere l’utilizzo del “simbolo” a tutti gli iscritti regolari con attività certificata di un tot di mesi per poi lasciare alle consultazioni democratiche l’espressione naturale di una Lista sulla base di competenze e valori condivisi?
Suscitano sbigottimento e stupore le dichiarazioni anche di molti parlamentari che usano spesso a loro piacimento il “ricatto” dell’utilizzo del logo per delegittimare alcuni attivisti piuttosto che altri e le affermazioni spesso perentorie nei confronti di un sistema , quello delle piattaforme “Meet Up”, che è lo stesso che li ha fatti eleggere in Parlamento spesso con un numero di voti di poco superiori alle 50 preferenze!
Questi motivi, per me sostanziali, mi obbligano ad una scelta coerente con i miei princìpi libertari che prevedono che in qualsivoglia forma di partecipazione alla vita pubblica non si possa inibire la libera espressione di alcuna azione politica purchè contempli i criteri elementari della condivisione e del rispetto delle regole fondanti di ogni società civile.
Sperando questa mia riflessione possa far crescere la “coscienza critica” del Movimento auguro a tutte quelle migliaia di persone che hanno accordato il loro consenso elettorale al 5 Stelle e creduto ai princìpi sbandierati in ogni piazza che possano definitivamente accorgersi che Grillo stesso, con il suo agire autonomo, lo sta affossando almeno per quello che era il suo progetto originario.
Continuerò a credere e combattere agli stessi valori ma “senza padrini né padroni”!
Ai posteri.
Filippo Sorgonà
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