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Riteniamo doveroso e quanto mai necessario rendere pubbliche le nostre considerazioni circa la vicenda rassegnata a mezzo stampa dall’ASP di Reggio Calabria in data 10 aprile u.s.
È evidente che, con la nota stampa in commento, l’ASP e la Regione Calabria hanno delineato ben chiaramente le future sorti dell’ospedale di Melito, cosa che sino ad oggi non ci era stato dato di capire.
Più che ipotesi “ciclicamente diffuse dai comitati civici”, purtroppo, è la disvelata verità; quella VERITA’ che è bene celare dietro l’UTILE opportunismo politico, che fa apparire bello anche il riprovevole.
Si continua a parlare di accorpamento, senza che siano mai stati pubblicati o altrimenti resi disponibili gli atti amministrativi predisposti in tal senso. Quello che è stato presentato come accorpamento funzionale, in realtà non è altro che un’azione temporanea di potenziamento di alcune branche chirurgiche, di certo necessarie per l’ottimizzazione dei servizi sanitari, ma ben lontane dal soddisfare le esigenze e le attese sanitarie dei cittadini.
La sottoscrizione delle convenzioni con stimabili professionisti, seppur lodevole in un’ottica di rilancio della struttura, non rappresenta certo la risposta alle esigenze denunciate dai cittadini del comprensorio. L’accorpamento, se di questo vogliamo parlare, presuppone la presenza di un unico Dirigente medico tra la struttura di Melito e quella di Reggio, che non vada ad incidere sul bilancio economico sanitario.
Nonostante le smentite, evidentemente dettate da ragioni di opportunità politica, rimane il fatto che è stata disposta la soppressione dell’OBI di Pronto Soccorso e di Pediatria; tale evento, riducendo ulteriormente i servizi offerti dall’ospedale di Melito, ridurrà gli accessi e le prestazioni richieste, cui seguirà a breve il depotenziamento del Laboratorio Analisi e della Radiologia.
A tale riguardo, prendiamo atto dell’impegno a non sopprimere tali strutture, ma che ne sarà dei servizi di Oculistica, Dermatologia ed Otorino, dei quali si paventa da tempo il trasferimento presso il nosocomio di Locri ?
Altro che garantire i servizi sanitari necessari alle comunità dell’area grecanica !
Nonostante le chiare intenzioni manifestate dal presidente della Regione Calabria qualche giorno prima della consultazione elettorale, dobbiamo prendere atto che “per quanto riguarda la Pediatria si rileva che essa non è prevista dalla legge negli Ospedali generali, dunque nessun impegno era stato assunto né poteva essere assunto sul suo mantenimento”.
Quindi, se da una parte l’ASP sente la necessità di smentire le voci della comunità civile, dall’altra CONFERMA le stesse voci sostenendo che giusto servizi essenziali vanno eliminati !
Finalmente vengono alla luce le reali intenzioni di questa classe politico-dirigenziale; si è avuto il coraggio di dire: Pediatria va chiusa perché qualcuno (sulla carta e tanto tempo fa) ha deciso che il T. Evoli dovesse essere classificato quale Ospedale Generale, sebbene ricadente in un’area fortemente disagiata dal punto di vista orografico e delle infrastrutture viarie; malgrado tutto, si ha la presunzione di incentivare con i Pisl il ripopolamento dei piccoli centri, incentivando quantomeno gli abitanti a non abbandonare le aree disagiate.
Visto, poi, che l’ASP fornisce dei numeri a giustificazione della decisione di chiudere Pediatria, allora riteniamo di dover fare alcune considerazioni di opportunità amministrativa, ex art. 97 Cost. ed ancor prima di pubblico dominio.
Invero, dati alla mano, che evidentemente smentiscono la faziosa ASP, l’U.O. di Pediatria, nonostante la chiusura del Punto Nascita, sta garantendo agli utenti dell’area un numero di prestazioni che, nel corso dell’anno vengono globalmente stimate in migliaia, tra OBI, consulenze, visite ed esami effettuati. Più nello specifico, la pediatria cura in OBI circa il 95% dei bambini che vi afferiscono, evitando centinaia di ricoveri presso gli Ospedali Riuniti di Reggio e facendo risparmiare alla Regione centinaia di migliaia di euro l’anno. Come mai tutto questo non interessa a chi ha così gravi problemi di bilancio?
Di contro, se a Melito è inadeguato, come si sostiene l’ASP, mantenere un’attività di Pediatria, come giustificare la presenza di un ambulatorio di Pediatria presso la Casa della Salute di Scilla (nemmeno più Presidio Ospedaliero), dove le prestazioni rese si contano in meno di venti l’anno?
In quello che si afferma non c’è giustizia sociale, dal momento che certe scelte disparitarie non trovano corrispondenza o giustificazione nella realtà territoriale e sociale.
Ma se di adeguatezza di determinati servizi bisogna continuare a parlare, ci dicano l’ASP e il Commissario per il piano di rientro sanitario, perché a Melito, dove è stato creato un Servizio di Oncologia costato ai contribuenti circa 100.000,00 euro, questo non è stato avviato, sebbene, ad oggi, si stia sopportando una onerosa consulenza per la radioterapia con l’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” ? Di contro, si scopre che presso la Casa della Salute di Scilla vengono effettuati anche ricoveri in DH per le terapie antiblastiche per conto dell’ospedale di Gioia Tauro.
Forse anche questo è per la Regione Calabria e per l’ASP di Reggio la razionalizzazione della spesa e l’adeguatezza dei servizi sanitari o, peggio ancora, la riorganizzazione dei servizi in un’ottica di accorpamento ? Ci dicano la verità la Regione e l’ASP di Reggio su questo e su tanto altro ancora ! É forse quella consegnata agli organi di stampa la verità? (taluni organi di stampa stranamente, però, danno informazione e spazio a notizie unidirezionali. Beh, neanche questo ci stupisce più).
Dovrebbe, però, dire l’ASP di Reggio Calabria, che tanto si affanna per correre in aiuto della dissennata ed incomprensibile politica sanitaria regionale, che la legge nazionale prevede PRESIDI OSPEDALIERI in ZONE DISAGIATE, ove bisogna garantire Unità operative di Medicina e Chirurgia non prettamente d’urgenza. In ragione di quanto sopra, i Presidi Ospedalieri che superino i 20.000 accessi l’anno (e l’ospedale di Melito li supera) devono essere dotati di posti di Osservazione Breve Intensiva, sia per l’area medica che chirurgica (per area medica si intendono servizi quali Medicina, Pediatria, Dermatologia, Nefrologia, Dialisi, Psichiatria, etc., per area chirurgica quelli di Ortopedia, Chirurgia generale, Oculistica, Otorino, Urologia, etc.). Pertanto, i posti di OBI per il Pronto Soccorso (compreso l’unico posto pediatrico ora attivo) sono più che giustificati da un punto di vista normativo, visto che l’unico problema per la regione Calabria e per l’ASP sembra essere l’osservanza delle leggi. Sulla stessa linea di previsione normativa si pone, poi, la Delibera di Giunta Regionale n. 492/2010, in materia di “riordino delle funzioni di emergenza-urgenza anche in relazione alla ridefinizione della rete ospedaliera”. Come mai la direzione dell’ASP ignora questa delibera e non ne tiene alcun conto ?
La verità, come vuolesi dimostrare con la presente, non sta nelle supposizioni normative di chi si rifugia dietro dati economici sterili, dimenticando che la Sanità, per legge, non produce utili economici diretti, ma deve garantire l’accesso alle cure in condizioni di parità con tutto il territorio nazionale.
Su tutto rimane il fatto, da non sottacere, che delle promesse fatte, in campagna elettorale, dal presidente della Regione Calabria e dal suo staff direttoriale, nessuna è stata realizzata:
– C’era stato garantito che nessun depotenziamento dei servizi offerti dal Tiberio Evoli vi sarebbe stato: oggi assistiamo alla chiusura anche dell’OBI di Pronto Soccorso e di Pediatria, cui seguirà a breve quelle di altri servizi;
– C’erano state garantite nell’immediatezza altre due ambulanze medicalizzate: nemmeno l’ombra, se non quella che si trascina dell’unica esistente per tutte le necessità sanitarie (urgenze e trasferimenti);
– C’era stato garantito che i parti in urgenza (urgenti anche in considerazione dell’impossibilità a trasferire la partoriente a Reggio in condizione di sicurezza) si potessero effettuare: nulla è stato fatto;
– C’era stato garantito il ripristino di alcuni posti letto di psichiatria: nulla è stato fatto;
– C’era stato garantito l’adeguamento strumentale e tecnologico delle varie U.O: allo stato si continua ad operare in maniera a dir poco fortunosa.
Che dire, quindi, di tutte le promesse, BELLE PAROLE che non fanno bella l’offerta sanitaria che l’area è costretta ad elemosinare e quasi a supplicare.
Diceva Schindler: “Salva una vita e salverai il mondo”; per i politici calabresi, invece, sembra valere invece la cinica regola, “sopprimi il T. Evoli e salverai …” CHI ?
Dovremo forse aspettare di piangere per malasanità la morte di qualche bambino, di qualche figlio, di un genitore perché i nostri politici-super manager si accorgano della indispensabilità dei servizi offerti sul territorio dall’Ospedale T. Evoli ? Vogliono continuare a speculare sulla pelle dei cittadini i nostri politici, su quella dei più deboli ?
Discorso a parte riguarda la manutenzione del verde e delle aree dismesse del nosocomio, che sono e rimangono fattori marginali rispetto alla reale problematica dell’offerta dei servizi sanitari che vengono rivendicati per l’ospedale di Melito. A nostro modo di vedere, si è voluto creare artatamente un polverone su questioni contingenti per coprire o, peggio ancora, sminuire e distogliere l’attenzione sulle necessità vere della struttura.
Sintomatico e preoccupante è, infatti, che la Direzione Generale dell’ASP “scarichi” tutta la problematica sul Direttore Sanitario dell’Ospedale, quando sa bene che per poter operare in determinati settori e ambienti è necessario che tutti gli organi collaborino e rispondano alle esigenze ultime della collettività. Noi non possiamo condividere la gratuita affermazione, per averne avuto prova, che la Direzione Sanitaria dell’ospedale di Melito non si sia adoperata fattivamente per ottenere la manutenzione delle aree esterne. Lasciamo il resto all’intelligente considerazione di quanti hanno conosciuto la vicenda, ma crediamo che quanto detto costituisca una ingiusta mistificazione della realtà (forse, dovremmo credere, messa in atto per colpire giusto la Direzione Sanitaria dell’ospedale di Melito, l’unica che in questo tempo si è spesa fattivamente e con atti concreti per garantire i servizi sanitari che oggi ci vediamo negati?) Il tempo, naturalmente, ci darà ragione anche su questo.
Tralasciamo, per il resto, ogni considerazione sulle condizioni della sala mortuaria, cui erano stati apposti i sigilli già dal 2008 da parte dei NAS, come giustamente rappresentato dalla nota dell’ASP e da tutti risaputo.
Concludendo, chiediamo all’ASP di Reggio e al presidente della Regione Calabria di fornire ai cittadini la copia del provvedimento amministrativo che dispone l’accorpamento del T. Evoli con l’Azienda Ospedaliera di Reggio; chiediamo di chiarire, una volta per tutte, servizio per servizio, unità operativa per unità operativa, quale sarà il futuro che hanno in mente per il T. Evoli; chiediamo di chiarire se per accorpamento si intendono delle semplici convenzioni onerose; chiediamo di dire come intendono gestire le emergenze pediatriche, neonatologhe e ostetriche, etc. o se si vuol ottusamente sostenere che basti un buon pronto soccorso per far fronte ad urgenze e necessità che richiedono competenze mediche specialistiche.
Chiediamo, poi, alle rappresentanze politiche, di chiarire in che modo intendono dare risposta ai bisogni dei cittadini dell’area grecanica e qual è il loro impegno concreto; chiediamo alle istituzioni e soprattutto all’Associazione dei Sindaci, se ancora esistono, come intendono rispondere alla ulteriore spoliazione dei servizi sanitari del T. Evoli; alla Chiesa reggina se si sente ancora vicina ai bisogni della propria gente ed in che modo; ai reggini stessi cosa pensano del fatto che le necessità sanitarie dell’area grecanica, con il depotenziamento dell’ospedale di Melito, si stanno riversando sulle strutture ospedaliere cittadine già al collasso; all’associazionismo in genere di prendere atto che questo è il momento per far sentire la propria voce, forse l’ultimo prima della ineludibile ed irrimediabile depotenziamento, rivendicando per il T. Evoli il ruolo che la classe politica gli ha tolto. Ci aspettiamo delle CHIARE VERITA’ e non belle ma OPPORTUNE BUGIE, in attesa delle prossime consultazioni elettorali.
In mancanza di dette risposte, le comunità dell’area grecanica continueranno nella loro civile protesta contro l’arroganza di una classe politico-amministrativa che nella realtà dei fatti ha già trovato discredito. Nel frattempo, nella mattinata di domenica i comitati civici hanno organizzato un momento partecipativo di “riaffezione” al nostro Ospedale, dal tema “l’ospedale aspetta ancora la sua primavera ”, in occasione del quale tutti sono invitati a partecipare portando con se una pianta per far rifiorire le aiuole, quale auspicio per una nuova rinascita del T. Evoli.
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