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“Il sistema dei trasporti che regola l’attraversamento dello Stretto di Messina andrebbe senza dubbio rivisitato nella prospettiva di un suo reale potenziamento. E invece, a quanto pare, le soluzioni fin qui prospettate potrebbero rivelarsi inutili ancorché peggiorative…” A dichiararlo è il Presidente della Società di Gestione dell’Aeroporto dello Stretto che interviene nel dibattito sulla prossima scadenza, fissata nel 28 giugno, del contratto vigente tra il Ministero competente ed il consorzio Metromare.
Il naturale bacino di riferimento dell’Aeroporto dello Stretto, lo dice lo stesso nome, è appunto Reggio Calabria e Messina ed i rispettivi hinterland.
A che serve – si domanda provocatoriamente Porcino – lavorare per l’avvio di nuovi collegamenti aerei con diverse destinazioni in Italia ed in Europa se poi, una volta arrivati in aeroporto è impossibile raggiungere via mare in modo veloce, ad esempio, le Isole Eolie dal Porto direttamente dal porto di Reggio Calabria?
Quali collegamenti via mare potranno essere proposti ai turisti russi, rumeni, polacchi o tedeschi ed ai nostri connazionali provenienti da Milano, Roma, Torino, Venezia, o Genova?
Lasciando da parte i flussi turistici, vale ricordare che il nostro aeroporto vive per lo più di una clientela di tipo tradizionale o business fatta di persone che ogni giorno e comunque ogni settimana prendono un aliscafo arrivano al porto di Reggio Calabria e quindi con bus o taxi raggiungono l’Aeroporto dello Stretto. Una clientela, quella originante da Messina, per noi di fondamentale importanza che non vogliamo e non possiamo perdere.
Oggi ci troviamo di fronte al serio rischio che scompaia la rotta tra Messina e Reggio Calabria, utilissima per pendolari, studenti, magistrati, docenti universitari, utenti del policlinico di Messina e, appunto, passeggeri dell’Aeroporto dello Stretto.
Registriamo carichi di speranza e di attesa la forte presa di posizione anche su questa problematica da parte del Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, nostro socio di maggioranza, che ancora una volta si dimostra un politico attento ai reali bisogni del territorio.
Già altre volte in passato ha dimostrato di esserlo. L’aeroporto dello Stretto infatti – dichiara il Presidente Sogas Spa Carlo Alberto Porcino – è un chiaro esempio plastico della caratura dell’Uomo e del Politico Raffa che, posto alla guida dell’ente Provincia quando è servito non ha avuto esitazione alcuna quando, lo ricordiamo, è intervenuto copiosamente in modo salvifico e provvidenziale garantendo la stessa sopravvivenza del Tito Minniti. Garantendo ai reggini la possibilità di continuare ad essere liberi di volare… Oggi una altra tegola pesante rischia di abbattersi sulla libera circolazione di uomini e cose sull’intera Area dello Stretto.
Urge avere immediata chiarezza sul futuro dei collegamenti veloci per l’attraversamento dello Stretto dal Porto di Reggio Calabria.
La circostanza che non siano pervenute offerte orientate a garantire tale tipologia di servizio non è certo edificante.
Occorre a nostro sommesso parere che le istituzioni locali si diano la sveglia su questa delicata questione, poiché un amministratore davvero attento ha il dovere di evitare che questo accada.
Speriamo che la data del prossimo 28 giugno non finisca per essere incisa sulla pietra tombale del servizio di collegamento veloce tra Reggio Calabria e Messina. Una speranza a dire il vero assai flebile se consideriamo che il tentativo esperito dal Governo per “mettere una pezza” sopra si sta rivelando inutile considerato che le uniche offerte pervenute fino ad oggi sono quelle di due compagnie di navigazione, la NLG e Bluferries che di fatto prevedono unicamente il servizio di collegamento veloce attraverso catamarani tra Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
La città dei Bronzi rischia di subire così l’ennesima grave spoliazione di un servizio che, a nostro parere, è invece di vitale importanza per un intero territorio. Come aeroporto non possiamo che auspicare che le istituzioni locali interessate di entrambe le due sponde, siciliana e calabrese, facciano fronte comune e scongiurino tale rischio.
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