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La LAV di Reggio Calabria plaude all’iniziativa della Provincia che porterà a garantire, nella mensa del costruendo asilo nido aziendale, l’alternativa vegetariana e vegana.
Nel Regolamento per il funzionamento di tale struttura, approvato ieri dal Consiglio Provinciale grazie alla proposta del Consigliere provinciale del PRC Omar Minniti ed al sostegno dell’Assessore provinciale alle Politiche Sociali e Pari Opportunità Tucci, è stata, infatti, espressamente prevista la possibilità di richiedere menù vegetariani e vegani (privi anche di derivati animali come latticini e uova) nella mensa dell’asilo.
Per l’associazione, da sempre impegnata non solo a combattere ogni forma di sfruttamento e violenza sugli animali, ma anche nella promozione di campagne informative e di sensibilizzazione per l’affermazione dei loro diritti, si tratta di un significativo passo in avanti verso la diffusione della cultura animalista ed in particolare della scelta vegetariana.
«Con questa meritevole iniziativa, fortemente voluta dal consigliere Minniti – dichiara il coordinatore regionale LAV Roberto Vecchio Ruggeri – la Provincia dà un segnale importante ed innovativo, raccogliendo istanze sempre più sentite anche nella nostra città, nella quale aumenta quotidianamente il numero di cittadini che opta per un’alimentazione cruelty-free. L’auspicio è che anche altre città calabresi possano seguire l’esempio della Provincia di Reggio Calabria, intervenendo per la diffusione di un’alimentazione alternativa nelle mense gestite direttamente dagli enti pubblici comunali e provinciali.»
A fondamento della scelta vegetariana, vi è innanzitutto una motivazione etica.
Gli allevamenti intensivi, nei quali gli animali destinati all’industria della carne sono rinchiusi per tutta la durata della loro breve vita prima di giungere al macello, sono ambienti incredibilmente affollati, nei quali gli animali sono privati dei più elementari diritti, come quello di muoversi e di vedere la luce del sole.
A confortare la scelta vegetariana non vi è, peraltro, solo una motivazione etica, ma anche quella salutistica. Gli animali d’allevamento, infatti, vengono ingrassati con la somministrazione di ormoni, alimentati in modo innaturale ed imbottiti di antibiotici per resistere alle malattie che si sviluppano in tali condizioni di stress e di scarsa igiene: tutte sostanze che, inevitabilmente, vengono indirettamente assorbite anche dai consumatori di carne.
Rinunciare alla carne, dunque, significa evitare questi rischi per la salute; i vegetariani hanno, infatti, una minore incidenza di patologie come l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, il cancro al colon e all’intestino.
Con la dieta vegetariana tradizionale, peraltro, non si corre alcun rischio: se condotta in maniera bilanciata e razionale, l’alimentazione vegetariana non provoca carenze nutrizionali ed è adatta anche ai bambini. Da tanti studi scientifici, condotti su bambini vegetariani nati da donne vegetariane, risulta, infatti, che un approccio ben equilibrato all’alimentazione vegetariana non solo è in grado di fornire tutti i nutrimenti necessari per la crescita, ma anzi comporta importanti vantaggi per il bambino, come un minor rischio di obesità e di diabete infantile. Inoltre, è importante sapere che l’alimentazione vegetariana non provoca la tanto temuta carenza di ferro: da uno studio condotto già una decina d’anni fa dalla Clinica Pediatrica di Verona è emerso, infatti, che l’introito di ferro nei bambini vegetariani è addirittura tre volte superiore a quello dei bambini carnivori: i vegetariani non rischiano, quindi, più degli altri di incorrere in carenze di ferro.
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