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Antonio Futia, il latitante di ‘ndrangheta arrestato a Siderno dai Carabinieri del Comando di Reggio Calabria, è accusato di avere diretto le attività della cosca cosiddetta ”della Lamia”, associata a quella dei Commisso di Siderno. Futia, secondo quanto è emerso dall’inchiesta che nel luglio scorso ha portato all’operazione “Crimine, “avrebbe preso insieme ad un altro associato, Michele Correale, le decisioni più rilevanti in relazione all’attività della cosca, impartendo ruoli e disposizioni agli affiliati a loro sottoposti. L’uomo avrebbe avuto anche il compito di risolvere i contrasti all’interno della cosca e di curare i rapporti con gli altri elementi di spicco della cosca Commisso, occupandosi anche di garantire il controllo del gruppo criminale sulle coltivazioni e sul traffico di marijuana. I militari sono giunti all’arresto di Antonio Futia seguendo i movimenti della moglie del latitante e notando, in particolare, che la donna si recava a casa dei genitori portando delle borse voluminose. I militari hanno effettuato, così, un servizio di appostamento e hanno sorpreso Futia mentre, fermo nei pressi della casa dei suoceri, aspettava la moglie che avrebbe dovuto consegnargli gli indumenti di ricambio.
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