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Riceviamo e pubblichiamo la lettera che descrive i gravi errori commessi nella procedura selettiva per i volontari del Servizio civile nazionale. Selezione svoltasi nel 2010 e relativa a progetti che sarebbero dovuti partire nel corso del 2011. Un caso ordinario di inefficienza, violazione di regole e sospetto clientelismo:
Gentile Direttore,
è un’ordinaria storia di errori, sviste, procedure selettive che, per voler esser più trasparenti, si trasformano in gineprai dentro i quali restano imprigionati cinque “volontari”. Vorremmo porre alla sua attenzione, come a quella dei lettori – magari, perché no, probabili futuri interessati – le vicende che hanno costellato la selezione del Servizio civile nazionale, nello specifico il progetto “L’Europa dà voce ai giovani”, bando targato 2010.
Brevemente, i fatti. Per selezionare i cinque idonei a essere impiegati per 12 mesi nel settore Risorse europee e nazionali del Comune di Reggio Calabria, il bando elencava le prove da sostenere. Anzitutto, una prova di lingua straniera, che sarebbe servita a effettuare una prima scrematura tra i partecipanti al bando. Superata la prova, un test psico-attitudinale, un colloquio orale e l’esame di altri titoli pertinenti, avrebbero disegnato la graduatoria finale. Occhio alla prova di lingua straniera, vedremo il perché.
E’ sul finire di gennaio che l’ente cittadino del Servizio civile convoca i cinque “fortunati” – perché, gentile direttore, inutile nascondersi dietro un dito e non voler ammettere come, nell’asfissia di opportunità che questa città offre ai ragazzi in cerca di un’occupazione, anche 12 mesi di Servizio civile possano essere un’illusoria boccata d’ossigeno economica -.
Stilata la graduatoria, si dava tempo trenta giorni per opporre ricorso. E il ricorso, non si è fatto attendere. Qualcosa di prevedibile. Infatti, in maniera del tutto arbitraria, violando quanto sancito nel bando – ovvero, il superamento della prova di lingua straniera come prerequisito per poter proseguire la selezione – i selezionatori della sede reggina ammettevano ben quattordici elementi che non avevano raggiunto il punteggio minimo per superare la selezione. Selezione del test di lingua straniera svoltasi in due momenti separati, due gruppi nella medesima giornata. Una violazione, quella d’ammissione senza che vi fossero i requisiti, che porterà la sede centrale di Roma ad abbassare il punteggio del progetto a causa di «(…) più di una violazione dei suddetti principi (disparità di trattamento tra i due gruppi di volontari selezionati in ragione del diverso punteggio minimo richiesto per l’ammissione alle fasi successive, mancata specificazione delle materie oggetto delle domande del questionario), e in particolare è stato rilevato che i criteri di selezione proposti dal Comune e approvati dalla Regione non risultavano idonei e funzionali a effettuare la selezione dei volontari» – da quanto si legge nella comunicazione giunta ad alcuni tra noi selezionati.
Adesso, sul punto nascono almeno una serie di domande. Perché è stato, invece, ammesso un altro progetto (O@si Verde; nda) svolto simultaneamente e con le medesime procedure selettive, se viene indicato il metodo in sé come inidoneo alla selezione? Perché vi è stata l’ammissione alle fasi successive di soggetti che non avrebbero avuto diritto, dando così ragione al ricorso? Perché, soprattutto, la procedura di selezione – che il presidente della sede di Reggio Calabria del Servizio civile nazionale Elio Longo dice verrà riproposta per selezionare i candidati nei prossimi, futuri bandi – è stata prima approvata da Roma, poi bocciata in seguito alle violazioni e dichiarata addirittura inidonea e non si è accettata la proposta dell’ufficio di Reggio Calabria per ripetere l’intera procedura?
Tornando all’epopea dei mesi trascorsi senza che nessuno desse spiegazioni, in un rimbalzare di responsabilità e di numeri di telefono da comporre, si arriverà a luglio per apprendere in via ufficiosa dell’irregolarità commessa e reclamata con il ricorso.
Di “ritentare” la selezione, per alcuni di noi, non c’è più voglia né requisiti anagrafici, e siccome, una volta tanto, di accettare passivamente gli errori altrui – commessi in buona fede, secondo quanto ci ha dichiarato il presidente della sede di Reggio, Elio Longo; grossolanamente frutto di incompetenza, atavica faciloneria e totale assenza di efficienza, a nostro pensare – è bene che almeno tutti i ragazzi che si appresteranno a prender parte alle selezioni per i nuovi progetti, sappiano come comportarsi davanti eventuali nuovi calcoli di fantasia, medie bizarre, proporzioni che ammettono chi, invece, dovrebbe andare a studiarsi un po’ meglio qualche vocabolo di lingua straniera. Grazie per lo spazio concessoci, per uno sfogo che traccia un contorno triste, quello di una “fame” di opportunità di lavoro e per la constatazione che, davanti al merito, forse altri elementi riescono a pesare maggiormente.
Fabiano Polimeni
Lucia Morabito
Davide Triolo
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