Reggio Calabria, sequestri e denunce antibracconaggio

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Con l’apertura della stagione della caccia, il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria ha disposto il potenziamento dei servizi di controllo finalizzati alla prevenzione ed alla repressione dei reati inerenti l’esercizio dell’attività venatoria illegale e per la tutela delle specie protette.

Tale attività ha portato negli ultimi giorni all’esecuzione di diverse perquisizioni e sequestri, con la conseguente denuncia di quattro persone.

In particolare, il personale in servizio presso il Comando Stazione di Sant’Eufemia d’Aspromonte, con la preziosa collaborazione dei volontari dell’Associazione C.A.B.S. – Comitato Contro la distruzione degli uccelli, ha sorpreso, in alcuni servizi effettuati in diverse località del territorio provinciale, soggetti che esercitavano l’attività venatoria in area ZPS, dove la caccia in questo periodo dell’anno non è consentita, ovvero a specie per le quali vige il divieto di caccia.

Il risultato dell’operazione ha portato al deferimento all’Autorità Giudiziaria competente di  tre persone, i fratelli F.G. di anni 41 e F.F. di anni 44 entrambi residenti a Reggio Calabria, sorpresi a cacciare in località “Rugola” inpiena Zona di Protezione Speciale denominata “Costa Viola”, e  di P.N., di anni 33 residente a Reggio C, sorpreso in località “Piani di Aspromonte” con un esemplare di Quaglia (Coturnix coturnix), abbattuto al di fuori del periodo di caccia consentito provando, maldestramente,  a disfarsene al sopraggiungere degli agenti.

I reati contestati vanno dall’abbattimento di fauna protetta, fino alla omessa custodia di armi. Sequestrati inoltre due fucili da caccia con relativo munizionamento.

Sempre nell’ambito delle operazioni a tutela della fauna selvatica, il personale CFS  di Sant’Eufemia d’Aspromonte, raccogliendo la segnalazione di una presunta detenzione di fauna protetta ha rinvenuto, in un’abitazione di Palmi, sei esemplari di  cardellino (Carduelis carduelis), il cui proprietario, S.F. di anni 39, non ha saputo giustificarne il possesso. Anche qui, il sogetto è stato deferito, in stato di libertà, alla competente Autorità Giudiziaria per detenzione di fauna selvatica protetta. Gli animali sono stati immediatamente rimessi in libertà

Il Corpo Forestale dello Stato sottolinea l’importanza della collaborazione che le associazioni di cittadini dedite alla difesa dell’ambiente offrono alle Forze dell’Ordine nell’incessante attività di prevenzione e repressione di illeciti nel settore ambientale.

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