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Finalmente la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria lo scorso 22 gennaio ha posto sotto sequestro i tre depuratori comunali di Motta San Giovanni, creando così le condizioni per porre fine all’emergenza sanitaria e ambientale che si perpetua da anni e sarebbe motivo per promuovere il commissariamento.
La ditta Alfauno che dal 1 maggio 2012 gestiva i depuratori del Comune di Motta San Giovanni, da qualche mese ha abbandonato il servizio di gestione in quanto il Comune non le avrebbe corrisposto cospicue somme di denaro per il servizio di gestione degli impianti. Di conseguenza i depuratori scaricano le acque pestilenziali nei torrenti e direttamente a mare senza alcun tipo di depurazione. Più volte, con maggiore intensificazione nel primo semestre dello scorso anno, abbiamo segnalato l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria e ambientale nel territorio di Lazzaro.
Con ulteriore segnalazione dello scorso mese di novembre si sottolineava che la situazione si appalesava ancor più grave nei pressi del torrente Oliveto in quanto le pompe di spinta delle acque, in numero inferiore a quello previsto, erano ferme e i liquami avevano interessato il pozzo idrico che fornisce l’acqua all’adiacente villaggio “la piramide”. Si poneva altresì in risalto che la società acquereggine, che fino ai primi mesi del 2012 gestiva i depuratori per conto del comune, non avrebbe fornito alcune pompe di spinta stante gli ingenti debiti del Comune nei confronti della citata società.
Visto che di fronte all’evidente fonte generativa del pericolo per la salute e per l’ambiente, il Sindaco e il Vice Sindaco del Comune di Motta SG Giuseppe Benedetto, con deleghe ai Lavori Pubblici- Viabilità’ – depurazione acquedotti, fognature-territorio e demanio, rapporti con enti sovracomunali non hanno intrapreso adeguate iniziative a tutela dell’ambiente, quindi della salute pubblica e in considerazione che tale gravissima situazione igienico sanitaria continuava a minacciare la salute dei cittadini e si seguitava ad infrange i diritti inviolabili dell’uomo tutelati da alcune norme della Costituzione Italiana ovvero il diritto primario e fondamentale alla salute, il diritto soggettivo all’ambiente salubre, lo scorso 14 gennaio interessavamo le istituzioni Ministeriali, Regionali e provinciali, oltre all’Organo Sanitario, all’ARPACAL e alla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria. Quest’ultima, come anzidetto, provvedeva a porre sotto sequestro i depuratori di Motta località Castelli, Oliveto e San Vincenzo di Lazzaro.
Al momento non si è a conoscenza se la misura cautelare reale riguarda anche le opere relative alla costruzione del polo depurativo dell’Oliveto che a nostro avviso l’intervento già in corso è privo delle autorizzazioni e le opere in parte realizzate, sarebbero, tra l’altro, non conformi agli elaborati progettuali. Sulle conseguenze di tale sequestro ognuno si deve assumere le proprie responsabilità, altro che il Dirigente del competente Ufficio della Provincia Reggio Calabria -Settore 16 Ambiente ed Energia-Demanio Idrico e Fluviale – A.P.Q. Infrastrutture nell’ambito di un procedimento penale promosso da questo comitato ha dichiarato agli inquirenti di non essere a conoscenza dell’inquinamento del torrente Oliveto. Si richiama l’attenzione sulla necessità di verificare lo stato di salute delle casse comunali, prima che ci troviamo in una situazione analoga a quella del Comune di Reggio Calabria.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
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