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Alle prime luci dell’alba di oggi, 7 aprile 2017, nei comuni di Locri (RC) – e Roma, i Carabinieri del Gruppo di Locri, unitamente ai colleghi dell’8° Elinucleo di Vibo Valentia, dei Cacciatori dello Squadrone Eliportato Carabinieri di “Calabria”, su ordine della Procura della Repubblica – D.D.A.- presso il Tribunale di Reggio Calabria, hanno eseguito 15 provvedimenti restrittivi della libertà personale, in esecuzione di una Ordinanza di applicazione di Misure Cautelari e contestuali decreti di sequestro preventivo anche finalizzati alla confisca di beni per equivalente.
I provvedimenti odierni sono il frutto di una intensa ed articolata attività d’indagine condotta dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Locri protrattasi tra il 2015 ed il 2017. Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono tutte ritenute responsabili, a vario titolo, ed in concorso tra loro, dei reati di:
• truffa aggravata e continuata;
• abuso d’ufficio;
• frode nelle pubbliche forniture;
il tutto aggravato dalla circostanza di aver agevolato la cosca di ‘ndrangheta “CORDÌ”, operante nell’alta provincia jonica–reggina (comune di Locri ed aree limitrofe), di cui all’art. 7 della L.203/1991.
Nella circostanza sono state, altresì, effettuate numerose perquisizioni personali e domiciliari anche nei confronti degli stessi indagati. Le condotte illecite contestate dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria sono state perpetrate grazie alla collusione di diversi soggetti appartenenti a varie amministrazioni pubbliche (quali il Comune di Locri e la Provincia di Reggio Calabria) e persone vicine alla criminalità organizzata locrese – cosca CORDÌ. I capi di imputazione degli odierni indagati – per lo più incensurati e liberi professionisti – sono la prova di tale scellerato connubio.
Le complesse ed articolate indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Locri (RC), hanno permesso di acclarare che gli immobili che ospitano, in Locri, l’Istituto Statale d’Arte “PANETTA” e L’Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Agricoltura (I.P.S.I.A.), sono totalmente abusivi.
Nel medesimo contesto sono stati sottoposti a sequestro preventivo (ex art.321 c.p.p.) i due istituti scolastici in questione e sono in corso ingenti sequestri finalizzati alla confisca di beni per equivalente.
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