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Nei giorni scorsi è stato sciolto per infiltrazioni mafiose il consiglio comunale di Africo, nella Locride. Un altro comune calabrese, quindi, che viene scelto per una decisione del Consiglio dei Ministri che, ancora una volta, colpisce soprattutto la locride.
Scioglimento comune di Africo
Il Comune era guidato dal sindaco Francesco Bruzzaniti, eletto nel 2016 a capo di una lista civica. Per effetto della decisione dell’esecutivo Conte decadono tutti gli organi elettivi. Adesso l’amministrazione verrà affidata a una commissione di gestione straordinaria.
Lo ha deciso il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Nella nota redatta si legge che la decisione è stata presa per tali motivi:
“A seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”
Solidarietà sindaco di Roghudi
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri che ha mostrato la sua solidarietà sulla vicenda. Lo ha fatto iun lungo comunicato di cui riportiamo le parti salienti:
Oggi leggendo il comunicato stampa del Ministero dell’Interno in cui viene ripoortato lo scioglimento del consiglio comunale di Africo, ancora una volta, prendo atto che (nonostante le nostre strade statali e provinciali somigliano sempre più alle vecchie mulattiere, le infrastrutture dei servizi cadono a pezzi, gli ospedali vengono ridimensionati o addirittura chiusi) lo Stato centrale, anziché impegnarsi a garantire i servizi, almeno quelli di prima necessità, continua falcidiare la democrazia anche quando la stessa è giovane e di belle speranze come in quest’ultimo caso.
Lo scioglimento dell’amministrazione africese infatti risulta sin troppo scontato e prevedibile nonostante la comunità sia stata più volte messa in ginocchio dalla storia, basti pensare alle alluvioni del 1951 e del 1971 e solo per questo meriterebbe tutt’altro trattamento.
Continuare a confinare la Calabria solo nell’angolo virtuale della ‘Ndrangheta significa condurre, da parte dello Stato, una politica razzista e di comodo, ben lungi dall’occuparsi degli squilibri economici e sociali fra nord e sud come imporrebbe la nostra Costituzione. In questa cornice generale, agli amministratori di Africo non mi resta che manifestare la mia vicinanza e rivolgere loro l’invito a non farsi cogliere dalla rassegnazione, seguendo gli esempi di Lamezia Terme, Cassano allo Jonio e Sant’Ilario dello Jonio in cui gli amministratori ingiustamente “Sciolti” hanno reagito, anche presso le sedi giudiziarie, superando lo scoglio delle incandidabilità e riaffermando con determinazione la democrazia”.
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