Scioglimento Comune di Melito di Porto Salvo, è la terza volta nella storia

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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia, del comune di Melito Porto Salvo. E’ arrivata la notizia ufficiale dello scioglimento del comune melitese chiudendo di fatto la lunga querelle burocratica e giudiziaria iniziata all’indomani dell’operazione Ada che aveva portato all’arresto di 65 persone tra cui il sindaco Gesualdo Costantino e il responsabile dell’ufficio tecnico. Mancava ormai soltanto l’ufficialità ad una notizia che nei giorni successivi ai vari arresti aveva di fatto posto fino all’amministrazione Costantino.

E’ la terza volta nella storia del comune più grande dell’hinterland grecanica che si arriva allo scioglimento per infiltrazioni mafiose. La prima volta si verificò nel 1991 con Giuseppe Iaria, primo cittadino anche negli ultimi dieci anni prima dell’avvento di Gesualdo Costantino. Passavano pochi anni e nel 1996 era la volta del governo guidato da Laface a dover subire l’onta dello scioglimento. Adesso, a quasi 20 anni dall’ultimo episodio, Melito Porto Salvo ritorna nelle mani dei commissari. Ancora non si conoscono i motivi, oltre naturalmente a quelli legati all’operazione Ada, che hanno portato allo scioglimento definitivo anche nei giorni susseguenti all’operazione delle forze dell’ordine il Prefetto era intervenuto con delle decisioni “tampone” in atteso dell’ufficialità dello scioglimento.

In primo luogo era stato sospeso Costantino dalla carica di primo cittadino con l’allora maggioranza che in prima persona aveva manifestato l’intenzione di andare avanti. In prima linea si era schierato il vice sindaco Nastasi, che aveva cercato di prendere in mano le redini del comune in attesa di nuove disposizioni. L’ulteriore spada di Damocle arrivava pochi giorni dopo dalla sentenza del Tar che ridava ragione a Patrizia Crea, unica donna eletta durante le elezioni, che era ricorsa alla giustizia per difendere il suo diritto a ricevere un assessorato in qualità di quota rosa. La sentenza, quindi, portava allo scioglimento delle varie cariche comunali ancora in vigore ed, in assenza del sindaco, nessuno poteva provvedere per legge a riformulare il nuovo assetto politico, come avvenuto qualche mese prima con il “rimpasto” effettuato da Costantino all’indomani della prima sentenza del Tar.

La stessa ormai ex maggioranza rassegnava le dimissioni motivandole con <<gesto di responsabilità>>. Il Prefetto Piscitelli, quindi, nominava Salvatore Fortuna in qualità di commissario prefettizio pro tempore fino all’avvento della terna composta da Giuseppa Di Raimondo, viceprefetto vicario della Prefettura di Caltanissetta; Rosanna Pennestrì, funzionario economico-finanziario della Questura di Messina e Antonio Giannelli, viceprefetto, capo di Gabinetto della Prefettura di Forlì-Cesena. Quel giorno, ad accogliere la terna c’erano anche il capitano Onofrio Antonio Laganà, comandante della Polizia Municipale locale, Gennaro Cascone, comandante della compagnia dei Carabinieri di Melito Porto Salvo, ed il maresciallo capo Andrea Scarpino, il segretario generale del comune Eros Polimeni, oltre ad alcuni consiglieri dell’ex minoranza.

Sin dal loro insediamento, i commissari avevano iniziato il loro lavoro prendendo contezza delle varie problematiche presenti all’interno del comune. Nei giorni successivi vari sono stati anche gli incontri con le forze politiche, sociali ed economiche del paese per cercare di avere un quadro generale di un comune così vasto come quello melitese che deve fare i conti con alcuni problemi di vitale importanza quali l’ospedale, la paventata chiusura del giudice di pace, i debiti con alcune realtà quali Ased e Rinascita, solo per citarne i più eclatanti. Spetterà a loro, quindi, tranne sorprese dell’ultim’ora, il compito di portare avanti le sorti del paese.

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Author: Cristina

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