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I Carabinieri del Comando Provinciale hanno tratto in arresto in flagranza di reato Fulco Giuseppe, 40enne pluripregiudicato di Scilla. L’accusa è di estorsione aggravata ai danni di un imprenditore. I lavori sono quelli di consolidamento dei costoni rocciosi per conto di A.N.A.S. SPA sulla S.S. 18, nel tratto compreso tra il centro abitato di Scilla e la sua frazione di Favazzina.
L’attività, condotta dai Carabinieri è scaturita da due danneggiamenti effettuati di recente ai danni della stessa ditta a distanza di pochi giorni; in particolare il 18 e il 28 marzo scorsi la ditta subiva prima l’incendio di un macchina da lavoro motocompressore del valore di 10.000 euro e successivamente il danneggiamento mediante incendio di circa 1000 metri di rete utilizzata per consolidare i costoni adiacenti alla carreggiata stradale.
Un atto criminale di chiara matrice intimidatoria nei confronti delle tante ditte che lavorano nel territorio. L’attività investigativa dei carabinieri si è conclusa con l’arresto in flagranza di reato del citato Fulco il quale, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis del c.p., richiedeva all’imprenditore la somma di 6.000 euro corrispondente a circa il 3% dell’intero importo dei lavori.
L’estorsore, si era recato più volte sui cantieri, presentandosi come emissario della locale consorteria criminale, quindi avvalendosi della forza intimidatrice e della condizione di assoggettamento che ne deriva, e motivando la richiesta di denaro come condizione assolutamente necessaria alla prosecuzione dei lavori. Non aveva però fatto i conti con i carabinieri che da tempo controllavano i cantieri oggetto dei danneggiamenti.
Così, quando nella tarda mattinata di mercoledì il Fulco si è presentato per l’ennesima volta, per incassare l’illegittimo compenso, ha trovato ad attenderlo una sorpresa; infatti, sul posto, c’erano proprio gli uomini dell’Arma che, mimetizzati nelle vicinanze, hanno filmato e fotografato le fasi della trattativa. Quando il malvivente si è allontanato dal cantiere, i militari sono usciti allo scoperto, circondando ed immobilizzando il malcapitato che non ha avuto neanche il tempo di rendersi conto di cosa gli stava accadendo e non ha opposto la benché minima resistenza.
Nella tasca del pantalone è stata rinvenuta l’intera somma estorta, nonché un coltello a serramanico, per cui dovrà rispondere altresì del reato di porto illegale di arma da taglio e punta atto ad offendere ai sensi della normativa sulle armi legge nr. 110/1975. L’intero importo recuperato è stato “scippato” alla criminalità e restituito al legittimo proprietario.
Sono scattate ai polsi del giovane scillese le manette; lo stesso, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gravissimo il reato di cui dovrà rispondere, cioè di estorsione aggravata, reato che prevede pesanti condanne.
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