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Nella meravigliosa cornice della piazza Spirito Santo a Marina Grande di Scilla (Reggio Calabria) venerdì 22 luglio 2016 alle ore 22:00 l’appuntamento con I Notturni Viaggi Calabresi organizzati dall’Associazione Culturale Le Muse offre uno sguardo sul teatro con il libro “Chiamatemi Paola Riccora” (edizioni ilmondodisuk) il cui sottotitolo ne sintetizza la storia: “Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo”. Con l’autrice Mariagiovanna Grifi, giornalista e critico teatrale, intervengono la direttrice dell’Archivio di Stato Mirella Marra, il critico letterario Teresa Polimeni Cordova e il critico teatrale Paola Abenavoli. Saluti istituzionali dell’assessore alla cultura Comune di Scilla Marinella Gattuso.
A quarant’anni dalla morte, avvenuta il 26 febbraio 1976, Mariagiovanna Grifi, sua diretta discendente, dedica questo volume a Emilia Vaglio, in arte Paola Riccora, drammaturga napoletana del secolo scorso ricordata dal giornalista Vittorio Paliotti come “La donna che lanciò Eduardo De Filippo”.
In poco più di 120 pagine, scritte con il cuore ma anche con la precisione della studiosa, l’autrice racconta lo straordinario percorso di una donna che agli inizi del Novecento, nonostante sia sposata al noto avvocato Caro Capriolo, sostenitore del diritto d’autore e fondatore della Siae a Napoli, e abbia avuto da lui due figli, Renata e Gino, di cui è madre affettuosa, debutta sul palcoscenico del Teatro Nuovo esattamente un secolo fa, il 21 febbraio 1916, con “Nu mese ‘o ffrisco”, portata in scena dalla compagnia del Cavalier Pasquale Molinari.
Una riduzione napoletanizzata di “Vingtjours à l’ombre” di Hennequin e Veber che firma con lo pseudonimo maschile Paolo Riccora, visto il contenuto scandaloso della pochade. Per rivelare poi, nel tempo, attraverso una serie di episodi e aneddoti, la sua identità femminile, facendosi riconoscere come Paola.È talmente famosa nel 1932, apprezzata dal pubblico nazionale, che un giovane alto e magro, Eduardo De Filippo, con i fratelli Titina e Peppino, bussa alla sua porta di via Carlo Poerio chiedendole di scrivere un testo per loro. Anche Raffaele Viviani si rivolgerà a lei per allargare i confini della propria notorietà. E le sue commedie verranno interpretate dalle più rinomate compagnie dell’epoca in cui figurano attori del calibro di Carlo Pretolani, Dina Galli, Ettore Petrolini e Paola Borboni.
Intellettuale appassionata e femminista inconsapevole, stimata da Luigi Pirandello e da Matilde Serao, omaggiata dalla penna di critici quali Renato Simoni,Vittorio Paliotti e Antonio Ravel, dopo la sua morte Paola Riccora viene completamente, incomprensibilmente dimenticata.
Il libro mira a riportare alla luce la vita e l’arte di una donna scrittrice del secolo scorso, non solo per renderle onore, ma per contribuire a restituirle il posto che merita nella storia del teatro italiano.
“Chiamatemi Paola Riccora” è stato presentato alla Società Napoletana di Storia Patria presso il Maschio Angioino di Napoli con il patrocinio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Con l’autrice Mariagiovanna Grifi e l’editrice Donatella Gallone, hanno partecipato all’incontro anche Renata De Lorenzo, presidente della Società Napoletana di Storia Patria, Giulio Baffi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, e il drammaturgo Manlio Santanelli. Il libro è stato alla BookExpo America di Chicago, dall’11 al 13 maggio, insieme ad altri cinque titoli de Ilmondodisuk.
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