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In data odierna, i Carabinieri della Compagnia di Palmi, hanno tratto in arresto CAMMAROTO Domenico, il figlio di quest’ultimo, CAMMAROTO Ricciotti Eugenio, e SERPENTINO Enzo, cognato del primo, a seguito di O.C.C.C. emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica.
I tre arrestati, tutti residenti nel Comune di Scido, si sono resi responsabili, in concorso fra loro, di tentata estorsione nei confronti di ZAMPOGNA Giuseppe e TARSITANI Giuseppe Giovanni, rispettivamente Sindaco e Vice Sindaco del Comune aspromontano, i quali non hanno esitato e denunciare i fatti ai Carabinieri consentendo così l’avvio di un’articolata attività di indagine che si è sviluppata sia attraverso intercettazioni che servizi di pedinamento, osservazione e riscontri “sul campo”.
Nello specifico, i CAMMAROTO prima ed SERPENTINO poi, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2010, ponevano in essere minacce di morte nei confronti dei predetti pubblici amministratori, sia “de visu” che attraverso telefonate anonime, al fine di costringere l’amministrazione comunale di Scido ad affidare loro (in barba alla normativa in materia di affidamento di appalti pubblici e lavori) l’esecuzione della c.d. “martellata”, ovvero l’individuazione degli alberi da tagliare in una zona boschiva di proprietà del Comune e denominata “MISAFUMENA III”; lavoro tra l’altro già assegnato con regolare gara d’appalto ad una ditta di Reggio Calabria. Inoltre, con una sfacciata lungimiranza, i tre arrestati miravano anche ad ottenere dall’amministrazione comunale anche tutta un’altra serie indefinita di lavori di interesse pubblico di prossima realizzazione.
Le investigazioni svolte dall’Arma di Palmi hanno puntato i riflettori su un male che spesso affligge amministrazioni locali: ossia le pressioni e le minacce da parte dei delinquenti del luogo, o comunque di chi se ne arroga il titolo, i quali evidentemente non tollerano che il denaro della collettività possa essere speso senza la loro “autorizzazione”; ciò risponde non soltanto ad immediate logiche economiche ma è strumentale altresì al tentativo di imporre la propria signoria sul territorio che essi ritengono di poter “controllare”.
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