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Riceviamo e pubblichiamo:
Con riferimento alla segnalazione riguardante nuovi scarichi di acque non depurate nei torrenti Oliveto e San Vincenzo, inviate a codeste spettabili Organi di Informazione lo scorso 6 agosto, il Sindaco del Comune di Motta San Giovanni dopo aver posto in evidenza il recupero quasi totale della costa di Lazzaro che quest’anno ha permesso l’incremento del turismo, afferma che si tratta di regolari immissioni di acque depurate, autorizzate e georeferenziate dal Settore Ambiente della Provincia, e attribuendo in capo allo scrivente danni arrecati al Comune, al turismo, alla fragile economia del paese e alla persona dello stesso Sindaco denuncia il rappresentante dell’ANCADIC all’Autorità Giudiziaria per Procurato allarme.
Credo che il nostro Primo Cittadino stia investendo tutte le sue energie nella direzione sbagliata. Anziché denunciare e calunniare chi per amore del proprio paese contribuisce al miglioramento di questo dovrebbe preoccuparsi di più di svolgere i compiti per i quali i cittadini lo hanno nuovamente confermato alla guida del Paese. Non voglio soffermarmi affatto sul discorso turismo perché evidentemente come per molte altre cose i nostri metri di giudizio sono completamente differenti, ma non è accettabile che il nostro Sindaco asserisca che la nostra costa sia “ quasi del tutto recuperata” quando persino in un incontro tenutosi a Bocale lo scorso 20 luglio importanti relatori tra cui l’On. Lella Golfo, l’assessore provinciale alla difesa del suolo e delle coste e vice Presidente della Provincia, Giovanni Verduci, ed altri hanno all’unanimità affermato che gli interventi NON hanno raggiunto gli obiettivi prefissati e che si tratta di interventi tampone finalizzati alla protezione delle abitazioni costiere e non al ripascimento del litorale, del quale non risulterebbe una idonea progettazione. Se il Sindaco, che era stato inviato, avesse partecipato all’incontro avrebbe evitato di scrivere delle inesattezze.
E’ allucinante che di fronte alla incontestabile realtà dei fatti, si continua a parlare di procurato allarme, attribuendo ancora una volta allo scrivente Vincenzo Crea un danno per il Comune, per la persona dello stesso Sindaco, per il turismo e la fragile economia locale. Ricorda bene il signor Sindaco asserendo che lo scrivente ha citato in giudizio il Comune e la Provincia per il risarcimento del danno esistenziale, ma forse ha dimenticato di dire che il giudice di Pace ha condannato entrambi Enti al risarcimento del danno esistenziale dagli stessi arrecato. Ma vi è di più, il giudice ha rilevato che i citati Enti si sono limitati soltanto, in diritto, ad escludere la propria responsabilità attribuendola alla parte avversa, con argomentazioni che il Giudicante ritiene non poter condividere. Anche nel 2009, sempre garbatamente, il Primo Cittadino aveva chiesto al Prefetto e all’Autorità Giudiziaria un controllo e un freno sull’’azione svolta dallo scrivente, ma non ho ricevuto alcuna comunicazione.
Di fronte a tale maliziosa protervia mi astengo da qualsiasi commento. La verità è una. Io agisco a salvaguardia dell’ambiente, quindi nell’interesse della salute e dell’incolumità pubblica, fornendo elementi incontrovertibili su quanto sostenuto, tutto il resto è aria fritta. Le segnalazioni da me inoltrate sono talmente serie e le problematiche denunciate così gravi da essere prese in considerazione e senza alcun indugio, dagli Organi di Governo Nazionale finanche dal Parlamento Italiano e da quello Europeo. Infatti a seguito di una lettera inviata anche alla Presidenza della Camera dei Deputati è stata presentata dall’On. Maria Grazia Laganà Fortugno insieme ai colleghi Mariani e Bratti una interrogazione al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare riguardante anche la depurazione nel Comune di Motta San Giovanni. Nell’interrogazione parlamentare si legge “tutti gli organi di governo locale, quali amministrazione comunale, provinciale e regionale, la prefettura e le agenzie di controllo quali ARPACAL e ASP di Reggio Calabria, finanche il commissario delegato dell’emergenza rifiuti, sono a conoscenza dell’emergenza sanitaria – ambientale che si è venuta a creare in quel territorio, e nonostante i vari solleciti effettuati gli uni verso gli altri, in una situazione grottesca la situazione continua a permanere in condizione di stallo”” .
Lo scrivente aggiunge che lo scorso mese di luglio la Corte di giustizia europea ha condannato il Comune di Motta San Giovanni per aver violato le norme europee sulla raccolta, il trattamento e scarico delle acque reflue urbane non rispettando i tempi stabiliti per la loro applicazione. Forse sarebbe meglio che il signor Sindaco si preoccupasse di più della sua posizione dal momento che è indagato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria per i reati di cui agli artt. 328 C.P. (omissione di atti d’Ufficio), art. 635 Danneggiamento, art 137 D.Lvo 3 aprile 2006 n.152 (sanzioni penali in materia di mancata depurazione). Nello stesso procedimento sono coinvolte M.P; M.F e L.V. Essere indagati non significa nulla, certo sarebbe meglio non esserlo, tale condizione però dimostra che quanto da me sostenuto è penalmente rilevante e le affermazioni del Sindaco, al momento, non sono fondate.
Apprendo che l’Ufficio competente della Provincia ha rilasciato delle autorizzazioni provvisorie per lo scarico dei depuratori nei torrenti Oliveto e San Vincenzo, ma visto che in questo territorio succedono molte cose a dir poco strane, vorrei che qualcuno mi spiegasse se per tale rilascio sono richiesti i pareri all’Azienda Sanitaria Provinciale e all’ARPACAL e come si possa autorizzare temporaneamente tale nuovo scarico a cielo aperto, tra l’altro realizzato prima del rilascio della presunta autorizzazione, quando lo stesso Ente provinciale per oltre 40 anni non ha mai rilasciato al Comune di Motta San Giovanni la prescritta autorizzazione allo scarico. Cosa vuol dire che provvisoriamente è tutto permesso? Che le acque possono ristagnare nell’alveo fluviale, diventato habitat ideale per la proliferazione di ratti, veicolo di diffusione di malattie infettive, e di altri animali. Essendo il precitato competente ufficio provinciale a conoscenza che i depuratori dell’Oliveto e di San Vincenzo non potranno mai depurare come dovrebbero, il rilascio di tale provvedimento appare molto grave, anche in considerazione che in sede di rilascio di autorizzazione allo scarico il precitato ufficio di norma prescrive che prima dell’attivazione dell’impianto dovrà essere attivata una adeguata condotta sottomarina di allontanamento delle acque depurate, ripeto acque depurate, ai sensi di quanto previsto dalla legge regionale 10/97 art. 23. I conti non tornano. Qualcuno però li potrebbe fare tornare.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC
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